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1. {Giovanna Ettorre
1}
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Contributo: Ho una domanda: Possiamo
pregare gli angeli? Possiamo chiedere agli angeli di aiutarci, o
dobbiamo andare traverso il nostro Padre? {09-07-2011}
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Risposta (Nicola
Martella): Pregare gli angeli è idolatria. Nel NT c’è un solo
modo legittimo di pregare: Rivolgersi al Padre, nel nome di Gesù Cristo,
mediante lo Spirito Santo. Leggi l’intero articolo sul sito!
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Replica (Giovanna
Ettorre): Ho letto tutto. Ho fatto questa
domanda perché ci sono tante cristiane, che pensano che possono invocare gli
angeli. Grazie per la tua risposta e spero che anche tante altre persone possano
leggere e capire che non bisogna pregare gli angelo ma il Padre nel nome di
Gesù. {09-07-2011}
2. {Antonino Anzaldi}
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Contributo: Angele Dei / qui custos es mei
/ me tibi commissum / Pietate Superna / illumina, custodi / rege et guberna.
Amen {09-07-2011}
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Risposta 1 (Nicola Martella): Antonino
Anzaldi dimostri dove nella Bibbia si trova un tale vocativo (O angelo di
Dio...) quale preghiera rivolta a un essere celeste. Inoltre, se si scrive in
latino, si appare certo snob, ma si rischia che lo capiamo in pochi.
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Replica (Antonino Anzaldi): Non devo
dimostrare niente. Questa preghiera non è nella Bibbia sia che per Bibbia
s’intenda solo il Vecchio Testamento, sia che s’intenda il Vecchio e il Nuovo
Testamento insieme. Essa veniva attribuita a S. Anselmo, ma pare fosse opera di
Reginaldo di Canterbury, che ha lavorato su qualche testo precedente. Per quel
che mi risulta nei testi non apocrifi, «approvati» dalla Chiesa cattolica,
vengono solo nominati tre arcangeli: Michele, Raffaele e Gabriele. Quanto
al latino, ma che snob e snob, lo dovrebbero studiare tutti, specie se
vogliono approfondire certi argomenti. L’«Angele Dei», nei catechismi, è
riportato anche (o solo) in traduzione italiana (in Italia, ovviamente). Ma vuoi
mettere quanto è più bella nell’originale e come porta, nel recitarla, specie ad
alta voce, a una ritmicità respiratoria e vibratoria che dovrebbe essere propria
delle preghiere? {09-07-2011}
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Risposta 2 (Nicola Martella): È vero i
testi nell’originale hanno il loro fascino. In ogni modo, qui il tema è la
legittimità di rivolgersi in preghiera agli angeli. Da un’analisi biblica
approfondita risulta che non sia nella volontà di Dio che gli uomini
invochino creature celesti od offrano loro un culto. Chi teme Dio, ama la sua
Parola ed è sottomesso alla sua volontà, si attiene alle sue sovrane
disposizioni. Nel NT s’insegna a pregare Dio Padre nel nome (= autorità,
meriti) di Gesù mediante l’azione e il sostegno dello Spirito Santo, sulla base
della sacra Scrittura e delle sue promesse. Io voglio attenermi a ciò, e spero
che anche altri vogliano essere sottomessi alla volontà dell’Onnipotente.
3. {Vincenzo Russillo}
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Pregare è un atto
di culto e gli angeli rifiutano la nostra adorazione (Apocalisse 22,8-9),
quindi rifiutano anche le nostre preghiere. Rivolgersi agli angeli è
idolatria. C’è da considerare anche quanto segue.
■ 1. Cristo,
quando insegnò a pregare, disse: «Padre nostro, che sei nei
cieli...» (Matteo 6,9, Luca 11,2). E Lui stesso non si rivolse mai agli
angeli, ma a Dio (cfr. Matteo 11,25-26).
■ 2. Gli
angeli sono privi di potere autonomo.
■ 3. Gli
angeli non possono garantire la nostra eredità in Cristo né la nostra
santificazione (Efesini 1,13-14)
■ 4. Gesù
disse che tutto ciò, che chiediamo per mezzo del suo nome, sarà portato a
compimento (Giovanni 14,13).
■ 5. La nostra
preghiera deve essere continua (1 Tessalonicesi 5,17); questo è possibile sono
con Dio, che è onnipresente e onnipotente. Gli angeli (o messaggeri) non
hanno queste qualità.
La preghiera agli
angeli, perciò, non è biblica e dev’essere rifiutata. Tutte le altre
dottrine, citate in latino o qualsiasi altri lingua, che non rispettano il
messaggio di Cristo, sono anatema. Perché chiunque né toglie o né
aggiunge, dovrà pagare conseguenze nefaste (Apocalisse 22,18). L’unico
nome, che può intercedere presso il Padre, è Cristo; tutto il resto sono
invenzioni d’uomini, che si sono sviati dalla corretta dottrina.
{09-07-2011}
4. {Luisa Lauretta}
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Contributo: Caro Nicola, lo sai qual è la
prima preghiera, che s’insegna a scuola materna? La preghiera dell’Angelo
custode! Ancora oggi, sento sempre più persone rivolgersi al proprio angelo,
per cercare protezione e aiuto, invece di rivolgersi a Dio. Nella tradizione
religiosa è stata enfatizzata questa figura, che non ha più la giusta rilevanza
biblica, ma è stata accresciuta a dismisura. Purtroppo la scarsa conoscenza
della Parola di Dio, ci porta sempre fuori strada.
Leggendo la
Bibbia, dove possiamo sempre attingere informazioni vere, gli angeli continuano
a svolgere presso gli uomini i compiti, che già il Vecchio Testamento attribuiva
loro. Tra i messaggeri divini, Gabriele trasmette la duplice
annunciazione (Lc 1.19.26); un esercito celeste interviene nella notte della
natività (Lc 2,9-14); angeli ancora annunciano la risurrezione (Mt 28,5) e fanno
conoscere agli apostoli il senso della ascensione (Atti 1,10s). Aiutanti di
Cristo nell’opera della salvezza (Ebr 1,14), essi assicurano la custodia
degli uomini (Mt 18,10; At 12,15), presentano a Dio le preghiere dei santi (Ap
5,8; 8,3), conducono l’anima dei giusti in paradiso (Lc 16,22). Per proteggere
la Chiesa, essi continuano attorno a Michele, loro capo, la lotta contro
Satana, che dura fin dalle origini (Ap 12,1-9).
Certo non si
può negare che il Creatore ha instaurato un legame intimo fra il mondo
terrestre e il mondo celeste, e in molti passi biblici lo possiamo leggere (Gen
19,1; Gs 5,13; Mt 1,20; At 12,11), cosa che non è da confondere con l’adorazione
(Ap 22,8). Ciò esige da parte nostra una riverenza (Gs 5,13; Dan 10,9)
che non è da confondere con l’adorazione (Ap 22,8).
È dunque
necessario non fare nessun culto agli angeli, cosa che pregiudicherebbe
quello di Gesù Cristo (Col 2,18). Il cristiano deve conservare un senso sobrio e
profondo della loro presenza invisibile e della loro azione divina sempre
conforme al progetto di Dio. {09-07-2011}
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Risposta 1 (Nicola Martella): È triste che
gli uomini religiosi abbiano costruito tale mitologia angelica. Tuttavia,
non so da dove hai preso tale lista sul ministero degli angeli. Ti faccio solo
notare alcune cose «fuori rima». In Ebrei 1,14 non è scritto che gli
angeli siano «aiutanti di Cristo nell’opera della salvezza», ma che sono «mandati
a servire a favore di quelli, che devono ereditare la salvezza»! Quasi
giusto, è tutto sbagliato. Essi servono i credenti, che Cristo salva!
In
Apocalisse 5,8 non si parla di «angeli», ma delle «quattro creature
viventi», che sono i Serafini (Is 6,2). In Apocalisse 8,3 si tratta di
un solo angelo. L’offerta dei profumi insieme alle preghiere di tutti i
santi (8,3) o come simbolo delle preghiere (5,8) non li rende mediatori; si
tratta soltanto di un’allegoria presa dal culto del tempio (offerta
dell’incenso) per significare che le preghiere sono dinanzi a Dio come un
«profumo d’odore soave». Qui gli esseri celesti fungono da sacerdoti, non da
mediatori; infatti, l’unico Mediatore rimane Gesù. Inoltre in Apocalisse
12,1-9 non si parla della chiesa, ma d’Israele; non è scritto che Michele è
il capo degli angeli, ma solo di «Michele e i suoi angeli» (v. 7).
Michele è un arcangelo, ma non l’unico, e comanda solo sugli angeli, che gli
sono sottoposti.
Non si può
neppure dire che il Creatore abbia «instaurato un legame intimo fra il
mondo terrestre e il mondo celeste», visto che i brani menzionati (Gen 19,1; Mt
1,20; At 12,11) parlano, al contrario, di eventi occasionali e particolari.
Inoltre, in Giosuè 5,13 non si tratta di un angelo, ma di una teofania di
Dio come in Esodo 3; gli angeli non richiedono adorazione, ma Dio sì. In
Daniele 10,9 egli non cadde a terra in segno di venerazione, ma perché
svenne. Infine, riguardo agli angeli non si può parlare della «loro azione
divina», essendo essi creature.
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Replica (Luisa Lauretta): Caro Nicola, hai
spiegato in modo esauriente tutte le inesattezze e meno male che lo hai
fatto! Ho riletto attentamente tutti i passi biblici in questione e, credimi, ci
sono un sacco di domande, che ti vorrei fare, per conoscere più in
profondità l’argomento. Hai qualcosa di tuo da propormi? Ti saluto
caramente. {09-07-2011}
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Risposta 2 (Nicola Martella): Per
l’approfondimento dell’argomento suggerisco in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma
2002), i seguenti articoli: «Cherubini»,
pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio (esseri celesti)»,
p. 162; «Inviato di Jahwè», pp.
194s.
5. {Giovanna Ettorre 2}
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Contributo: «C’è qualcuno di voi che,
quando ha una questione contro un altro, osa farlo giudicare dagli ingiusti
invece che dai santi? Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il
mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi?
Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le
cose di questa vita!» (1 Corinzi 6,1ss).
Ma veramente
giudicheremmo gli angeli? Qui Paolo sta parlando di noi, che siamo santi?
Quando leggo versi di questo genere, mi fa pensare tanto e vorrei capire bene
cosa Paolo sta dicendo. {09-07-2011}
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Risposta (Nicola Martella): L’asserzione
di questi versi è abbastanza semplice e chiara. Giustamente l’apostolo chiama i
credenti in Cristo «santi», distinguendoli dagli «ingiusti», ossia le
persone non-convertite. A ciò si aggiunga che tali «santi» saranno la giuria
giudicante in due processi: 1. «Essi giudicheranno il mondo»; 2. «Noi
giudicheremo gli angeli».
Quanto al
giudizio sul mondo, Gesù aveva promesso ai Dodici: «Io vi dico in verità:
voi, che mi avete seguito, nella palingenesi [= rinnovamento] — quando il Figlio
del l’uomo sederà sul trono della sua gloria — anche voi sederete su dodici
troni e giudicherete le dodici tribù d’Israele» (Mt 19,28; cfr. Lc 22,30). A
ciò si aggiunga, come concretizzazione del verso precedente, sebbene in
estensione mondiale, che all’inizio del regno messianico avverrà quanto segue: «Poi
vidi dei troni; e a coloro che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare»
(Ap 20,4).
Il giudizio
sugli angeli si riferisce probabilmente a quegli esseri celesti, che non si
attennero alle direttive divine prima del Diluvio universale (Gen 6,1ss). Di
loro è scritto: «Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il
giudizio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità
primiera, ma lasciarono la loro propria dimora» (Gd 1,6; 2 Pt 2,4).
6. {Aram Mara}
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Contributo: Sono state fatte affermazioni
sulla non presenza degli angeli custodi accanto a noi... asserendo
che anche la Sacra Scrittura non ne parli, o ne parli in via generica.... La mia
è solo una dimostrazione che non è così, con tanto di riferimenti a passi
biblici sul tema:
Nella storia
della salvezza Dio affidò agli angeli l’incarico di proteggere il suo popolo
eletto: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti
i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il
tuo piede» (Salmo 90,11-12); e di condurlo verso la patria del cielo: «Ecco,
io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti
entrare nel luogo che ho preparato» (Esodo 23,20-23). Pietro, in carcere, fu
liberato dal suo angelo custode (Atti degli Apostoli 12,7.11.15). Gesù, a
difesa dei piccoli, disse che i loro angeli vedono sempre il volto del Padre che
sta nei cieli (Vangelo di Matteo 18,10). {11-07-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Prendo atto
dalla bacheca di questa lettrice che lei è cattolica romana e seguace del culto
di
Medjugorje; non si comprende se Aram sia il cognome o uno pseudonimo, anagramma di Mara.
Comunque sia, nessuno ha detto che Dio non mandi angeli in soccorso ai credenti. Qui si sta
discutendo del fatto che nella Bibbia non esiste una dottrina, espressa in modo
chiaro ed evidente, sull’esistenza di presunti «angeli custodi» personali per
ogni essere vivente, come afferma invece la religiosità corrente, che sollecita
le persone a rivolgersi in preghiera a tali creature.
Nel Salmo
91,11s (90,11s è nella divisione cattolica) non si afferma che ci sia un
«angelo custode» personale, ma che Dio «darà ordine ai suoi
angeli di guardarti in tutte le tue vie». Si noti il plurale di angeli.
In tale salmo c’è un’intima comunione fra l’Eterno e il credente (v. 2 «Io
dico all’Eterno»; v. 14 «egli ha posta in me la sua affezione»; v. 15
«Egli m’invocherà, e io gli risponderò»). In esso è Dio ad
apparire protettore (v. 4), come liberatore e glorificatore (v. 15),
dispensatore di vita e di salvezza (v. 16), mentre gli angeli appaiono solo come
strumenti (v. 11 «egli comanderà»). Il credente dichiara la sua fede
all’Altissimo (v. 9) e invoca Dio (v. 15) e non gli angeli.
In Esodo
23,20-23 non si parla del cosiddetto «angelo custode» personale d’ogni uomo.
Per prima cosa si parla di «un angelo»; per seconda cosa,
qui Dio non parlava a una persona, ma a un intero popolo, Israele. Anche
qui è Dio a essere all’opera (v. 22 «io sarò...»), mentre tale
«inviato» è solo uno strumento (v. 20 «io mando...ho preparato»). Da Esodo
23 alla fine del Deuteronomio Israele non invocò mai tale angelo del Signore.
In Atti
12,7 non è scritto che si trattata del sedicente «angelo custode» di Pietro,
ma che «un angelo del Signore sopraggiunse»; ossia Dio ne mandò uno
apposta per la situazione. Pietro non si rivolse all’angelo in preghiera; ma,
ritornato in sé, si rese conto che era il Signore ad aver mandato il «suo
angelo» (di Dio, non di Pietro!) e ad averlo liberato (v. 11). Quando nel v. 15
i credenti scettici diedero della pazza alla serva e dissero fra loro che era «il
suo angelo»; essi non pensavano all’angelo custode, ma ritenendo che Pietro
fosse stato oramai giustiziato (come Giacomo; v. 2), pensavano probabilmente che
fosse l’apparizione del suo spirito (cfr. At 23,9 «uno spirito o un angelo»).
Similmente si comportarono i discepoli, quando vedendo Gesù, credevano di vedere
uno spirito (Lc 24,37ss) o il suo fantasma (Mt 14,26). In ogni modo, tale brano
è troppo oscuro per trarvi una specifica dottrina del cosiddetto «angelo
custode», a cui rivolgersi in preghiera; Pietro non lo fece.
Quanto a
Matteo 18,10, tale brano è troppo generico per basarci sopra un’intera
dottrina così artefatta riguardo a un cosiddetto «angelo custode» personale.
Prima cosa, non si parla dell’angelo d’ognuno, che stanno in terra appresso a
bimbi e fanciulli, ma genericamente e al plurale di «angeli loro,
nei cieli».
Inoltre, sulle
immagini della religiosità corrente, che ho vagliato, si vedono solo «balie
con le ali», che accompagnano bimbi in situazioni pericolosissime, in genere
su precipizi. Per prima cosa, da quando in poi gli uomini non avrebbero più un
«angelo custode»? Seconda cosa, ogni giorno muoiono varie migliaia di bimbi e
fanciulli in disgrazie; in tali circostanze, ha fallito ogni loro «angelo
custode»?
Aspetto che mi
si indichi un solo brano della Scrittura, in cui Dio ha comandato di rivolgere
preghiere al sedicente «angelo custode» o a qualunque altro angelo!
7. {Massimiliano Fellini}
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Contributo: Non confondiamo adorare con
venerare. L’angelo custode non è una divinità, nessuno ha mai affermato
questo! Venerare non significa certo adorare. Se un oggetto vuole essere
rappresentativo di Dio, io non posso che venerarlo per ciò, che esso
rappresenta; se lo adorassi, allora sarebbe idolatria, ma l’adorazione è
solo diretta a Dio. {12-07-2011}
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Risposta (Nicola Martella): In tutta la
Bibbia il termine «venerare» in senso religioso non esiste. Chiunque
offre un culto a un qualsiasi essere od oggetto, ciò è adorazione. La Bibbia non
conosce mezze misure. Ogni culto rivolto a persone differenti dal Dio trino, è
idolatria.
■ Ecco
l’esperienza dell’apostolo Pietro: «E come Pietro entrava, Cornelio,
fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi e l’adorò. Ma Pietro lo rialzò,
dicendo: “Lèvati, anch’io sono un uomo!”» (At 10,25s).
■ Ecco
l’esperienza dell’apostolo Giovanni con un angelo: «E io mi prostrai
ai suoi piedi per adorarlo. Ed egli mi disse: “Guardati dal farlo; io sono
tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano la testimonianza di Gesù:
adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù; è lo spirito della profezia”»
(Ap 19,10; cfr. la recidiva in Ap 22,8s).
Chi non s’attiene a
ciò che è scritto nella «sola Scrittura», sarà sempre confuso e confondente,
cercando vie traverse, invece di ubbidire alla diritta via del Signore.
Allora vale la parola di Gesù rivolta ai religiosi del suo tempo: «E avete
annullata la parola di Dio a motivo della vostra tradizione» (Mt
15,6; Mc 7,9.13).
8. {Maurizio Ruffino}
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Contributo: Caro Nicola, se, come sostieni,
non ci sono «angeli custodi», chi sono gli angeli dei quali parla Gesù in
Matteo 18,10? Ammesso che non ci si debba rivolgere a loro in preghiera,
resta sicuramente da quel brano testimoniata una partecipazione di questi
angeli alla vita dei credenti e delle singole chiese (Apocalisse 1,20).
{13-07-2011}
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Risposta 1 (Nicola Martella): Che Dio si
serva dei suoi messaggeri celesti per attuare i suoi piani nella storia e nella
chiesa, è fuori dubbio. Tuttavia, Matteo 18,10 non parla dell’«angelo
custode» individuale e personale per ogni essere vivente sulla terra, ossia di
una specie di «balia con le ali», che sta continuamente intorno a qualcuno, come
afferma la dottrina religiosa corrente. Gesù parlò, in modo generico e
indistinto, degli «angeli loro, nei cieli»; si tratta degli
angeli, che tanno al cospetto di Dio e che da tale «tribuna» osservano le
vicende umane e intervengono, ma solo quando e dove Dio decide e li manda. Si
veda sopra, dove ho già risposto a tale questione.
Quanto a
Apocalisse 1,20, esso recita: «Le sette stelle sono gli inviati delle
sette chiese». Come mostrano i capitoli 2-3, si trattava di responsabili di
chiesa. Quindi,
Apocalisse 1,20 qui non c’entra nulla col tema.
Il
termine greco anghelos significa «inviato, messaggero,
responsabile, rappresentante»; esso era abitualmente usato per gli uomini:
Mt 11,10 per Giovanni battista (v. 9 profeta); Lc 7,24 discepoli di Giovanni
battista; Lc 9,52 inviati di Gesù; Gcm 2,25 i messi accolti da Raab. Solo il
contesto mostrava che si trattata, a volte, di «inviati celesti»; si
veda, ad esempio: anghelos
del Signore Mt 1,20.24; 2,19; 28,2
(sceso dal cielo); Lc 1; 2,9; At 5,19; 8,26; 12,7.23; nei cieli Mt 18,10;
22,30; dei cieli Mt 24,36; di Dio Lc 12,9s; 15,10; Gv 1,51; At
10,3s; 27,23; Gal 4,14; Eb 1,6; dal cielo Lc 22,43; Gal 1,8.
In tal senso,
anghelos e apostolos «mandato, inviato, incaricato, ecc.» significavano cose simili;
si veda al riguardo
«inviati [apostoloi] delle chiese»
(2 Cor 8,23), confrontandolo con «inviati
[angheloi]
delle sette chiese» (Ap 1,20). Nel NT si usa
apostolos
in modo assoluto (Rm 11,13) o con la specificazione del mandante (Cristo
Gesù; 1 Cor 1,1; 1 Pt 1,1), quando si riferiva agli uomini (anche per Cristo; Eb
3,1); tale termine non fu mai usato per gli esseri celesti. Come abbiamo visto,
le cose sono differenti per
anghelos,
a causa dell'ambiguità del termine; perciò, si specificava sempre di chi fosse
l'inviato (terreste o celeste), a meno che non fosse evidente nel contesto.
▬
Replica (Maurizio Ruffino): Il brano di
Matteo però suggerisce che ogni «piccolo» ha un angelo in cielo che vede
la faccia del Padre. Che lo hanno a fare, se non per proteggerli?
{13-07-2011}
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Risposta 2 (Nicola Martella): In tale verso
l’attenzione è posta sul «disprezzare [alcuno di questi piccoli]» da
parte di adulti, non su un pericolo, da cui essi debbano essere
custoditi. Inoltre, nulla fa intendere che essi possano automaticamente
intervenire come una specie di «balia con le ali» (così in numerosi quadri sul
presunto «angelo custode»); l’attenzione è posta molto più sul fatto che essi,
vedendo del continuo la faccia di Dio, riferiscano a Lui. Quindi, qui «gli
inviati loro, nei cieli» (si noti il plurale generale) fungono
principalmente da informatori e non tanto da protettori; infatti, sta
a Dio decidere se e quando far intervenire i suoi inviati.
In ogni modo,
non si può trarre da una parte di un verso, per altro oscuro, tutta una
dottrina strutturata sul cosiddetto «angelo custode», visto come una specie di
«balia con le ali», che fa la «guardia del corpo» a ogni singolo bambino. A
parte il fatto che la Bibbia non dice nulla di veramente chiaro ed
evidente su una cosa del genere, resta la questione: Da quale età in poi
un bambino non avrebbe più il suo proprio «angelo custode»? Con l’aumento
della popolazione mondiale c’è un numero sufficiente di esseri celesti
specializzati in «angelo-custodologia applicata»? Statisticamente ogni giorno
muoiono migliaia e migliaia di bimbi e ragazzi; ciò significa che i loro
«angeli custodi» sono stati inetti a proteggerli? Come si vede, tale questione
alimenta più domande che risposte, più dubbi che certezze. È facile
proiettare in tale verso più di quanto ci sia in realtà, facendosi condizionare
dalla religiosità correte e dal pio desiderio che possa essere così.
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {}
▲
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Mitolog_angel_EdF.htm
11-07-2011; Aggiornamento:
14-07-2011