«Signore, dammi la prontezza a
non colare il moscerino fastidioso, ma a farlo subito fuori, perché non faccia
danno. E, invece di voler stoltamente inghiottire un cammello, dammi la perizia
di usarlo come risorsa, ossia cavalcandolo per andare più spedito nella vita»
(Nicola Martella). |
A volte, sul nostro cammino succedono vari fattori
negativi, che ci fanno deviare, perdere tempo, energie e l’equilibrio
spirituale e morale. Allora anche i saggi appiano stolti, quando i filtri
sbagliati ci fanno apparire la realtà distorta. Essi sono: il pregiudizio,
la limitatezza nella percezione reale delle cose, la mancanza di avvedutezza e
di prudenza, l’analisi poco avveduta dei fatti, la superficialità di
valutazione, il fatto che ci facciamo trascinare dalle analisi pretestuose
altrui e altri elementi, quali un pizzico di stoltezza delle labbra. Tali
elementi ci pongono in un increscioso vortice di parole e atteggiamenti,
che non promuovono la verità né il bene. Alla fine, è come se siamo stati
sballottati dal turbine in un campo di spine. Oppure, è come se abbiamo
combattuto con un nemico invisibile in un pantano di fango.
La perizia è la capacità di saper
valutare correttamente le cose e di fare quelle giuste al momento giusto. Il
cristiano biblico, che custodisce «buon tesoro del suo
cuore» (Luca 6,45),
sarà esperto del bene. Egli sa che non può attestare la verità e combattere la
menzogna, mettendo fuori uso proprio il «frutto dello Spirito» nella sua
vita (Galati 5,22).
Per
l’approfondimento biblico rimandiamo al primo contributo.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
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(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Nicola Martella}
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Per
l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare
la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al
tema):
■ «Le
mosche morte fanno puzzare e imputridire l’olio del profumiere; un po’ di
follia guasta il pregio della sapienza e della gloria» (Ecclesiaste
10,1).
■ «Guide
cieche, che colate il moscerino e inghiottite il cammello»
(Matteo 23,24).
■ «Chi
copre le trasgressioni si procura amore, ma chi sempre vi torna su,
disunisce gli amici migliori» (Proverbi 17,9).
■ «I
figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono
più avveduti dei figli della luce» (Luca 16,8).
■ «Guardate
dunque con diligenza come vi comportate;
non da stolti, ma da saggi; approfittando delle occasioni, perché i
giorni sono malvagi. Perciò non siate disavveduti, ma intendete bene
quale sia la volontà del Signore» (Efesini 5,15ss).
■ «L’uomo
buono dal buon tesoro del suo cuore reca fuori il bene; e l’uomo
malvagio, dal malvagio tesoro reca fuori il male; poiché dall’abbondanza
del cuore parla la sua bocca» (Luca 6,45).
■ «Non
esser vinto dal male, ma vinci il male col bene» (Romani 12,21).
■ «Desidero
che siate saggi nel bene e incontaminati dal male. Il Dio della pace
stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi» (Romani 16,19s).
■ «Guardate
che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi procacciate sempre il
bene gli uni degli altri, e quello di tutti» (1 Tessalonicesi 5,15).
2. {Vincenzo Russillo}
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Caro Nicola, grazie
per queste perle di saggezza, che mi fanno riflettere quotidianamente. Riguardo
alla perizia, la Bibbia più volte ci dice che dobbiamo prestare
attenzione a essere saggi. La saggezza va oltre l’intelligenza. Potremmo
conoscere la Bibbia a memoria, ma senza che nulla cambi nel nostro cuore, se non
ci fosse la saggezza. La saggezza appunto è esperienza, competenza nel
comprendere il funzionamento delle cose e il saper ottenere dei risultati
positivi, anche quando le cose non vanno al meglio.
In Esodo 35,31
vediamo un ottimo esempio di perizia nei lavori pratici, troviamo usato
il termine saggezza (cfr. Pr 1,2) riguardo all’abilità di un artista
d’adornare il tabernacolo. Allo stesso modo in Geremia 10,9 viene detto che
l’esperienza degli orefici è «lavoro d’abili artefici». Inoltre, nel Salmo
107,27 ci viene detto che i marinai usano perizia nell’affrontare le correnti.
Sia nei lavori della vita sia nell’esperienza marinara nel saper affrontare le
correnti, la saggezza ci porta a capire come la vita funziona. La
saggezza ci porta a elaborare un «piano di gioco», non solo tenendo conto delle
regole di gioco, ma che considerando i comportamenti, il tempismo e le
strategie per vincere. Per esperienza penso che ci sono delle cose fondamentali
per sapersi districare nei problemi pratici; dei buoni punti di partenza
potrebbero essere:
■ Bisogna
chiedere a Dio la saggezza; inoltre, si può partire da una lettura del libro
dei Proverbi, applicandolo alla nostra vita.
■ Bisogna
studiare le tendenze, cerco di capire la «temperatura» spirituale di chi mi
sta di fronte, gli atteggiamenti, la sua etica lavorativa. Questo mi può evitare
di dire una «parola» in più, oppure di prendere decisioni affrettate.
■ Se devo
dare un consiglio, evito di essere troppo coinvolto; il coinvolgimento mi
farà perdere l’obiettività.
■ Bisogna fare
molte domande, anziché dare risposte, e ascoltare maggiormente,
anziché parlare a raffica.
Questa è una breve
lista, ovviamente si potrebbe ampliare; è un input per sfruttare quella
saggezza pratica, che ci permette di cavalcare le onde della vita. Il
Signore ci dia discernimento nel camminare per le vie, a volte tortuose,
della vita, ci dia capacità di elaborare risposte pacate, occhi per vedere
secondo la sua volontà, quali sono le occasioni da sfruttare e una santa
semplicità nel lasciare lavorare il grande Maestro, quando ci troviamo in
situazioni, in cui non spetta a noi usare le nostre capacità. {28-02-2012}
3. {Nicola Martella}
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Il termine ebraico
«sapienza» ha a che fare con l’ordine. Sapiente (savio, saggio) è chi
riconosce l’ordine generale della vita (naturale e morale) e sa adeguarsi
efficacemente a esso. Lo stesso vale per il significato di «perizia», che
è competenza, abilità ed estro in un certo settore lavorativo, professionale,
naturale o morale. «L’esperto» è chi sa riconoscere le leggi, che
regolano un certo settore, e sa efficacemente corrispondervi.
Abbiamo visto
che la perizia ha a che fare con l’ordine e le regole e la capacità di capirle e
di agire efficacemente di corrispondenza; essa nasce laddove l’uomo esercita il
timor di Dio, ossia mette l’Eterno all’apice del suo pensiero e del suo
fare, curando un rapporto personale con Lui. La stoltezza, invece, ha a
che fare con il disordine e la sregolatezza sia naturali che morali. Perciò, lo
stolto è, in genere, o il sempliciotto o l’empio.
4. {Vincenzo Russillo}
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■
Contributo:
Caro Nicola, grazie per la precisazione. In effetti negli scritti sapienziali
troviamo il termine chokmah, che si può tradurre specificatamente
con perizia. Come sottolinei tu, l’uomo che usa perizia, ha capacità di
riconoscere un ordine precostituito. Colui che è saggio ha la capacità di
discernere ciò, che è giusto, duraturo e vero.
C’è una differenza con la conoscenza, infatti
essa deriva dall’esperienza, dal ragionamento e dallo studio. La Bibbia spiega
chiaramente cos’è la saggezza: «Il timore del Signore è il principio
della scienza;gli stolti disprezzano la saggezza e l’istruzione» (Pr 1,7).
Dio ci fornisce la saggezza mediante Gesù, visto che Egli stesso è la sapienza:
«Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per
noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (1 Cor 1,30). Si
potrebbe dire che attraverso lo studio della Parola acquistiamo conoscenza
e, quando mettiamo in pratica la Parola, stiamo usando perizia. Le due
cose vanno di pari passo; e colui che è saggio, vorrà principalmente piacere a
Dio, cercando la sua approvazione. {01-03-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella):
Nell’antico patto il «timore dell’Eterno» era il principio all’apice per
cernere e discernere la realtà e, quindi, per riconoscere le basi dell’ordine
costituito e per agire in modo confacente e salutare (1 Cr 19,7.9 giudici). Nel
nuovo patto esso è integrato dal «santo timore di Cristo» (1 Pt 3,15),
quale base e principio di conoscenza, di discernimento e di saper fare opportuno
e salutare (perizia; cfr. Ef 5,21).
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Realism_azione_UnV.htm
27-02-2012; Aggiornamento: 01-03-2012 |