«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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► Vedi al riguardo le recensioni.  

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LA SPINTA PROPULSIVA NECESSARIA

 

 a cura di Nicola Martella

 

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Pietro Calenzo

2. Vincenzo Russillo

3. Fortuna Fico

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7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

Ricaricare le batterie altrui1. Ricaricare le batterie altrui

     A volte, le batterie della propria auto si scaricano, magari un po’ alla volta, finché si rimane per strada. Allora, aiuta solo una partenza mediante un cavo, che attinge energia da un’altra macchina col motore in funzione. Così accade, a volte, anche ai credenti; problemi, stress, occupazioni e quant’altro fanno scaricare le loro batterie spirituali.

     Gionathan, figlio del re Saul, s’era molto affezionato a Davide, e viceversa; essi erano due amici leali, legati da un patto personale, che essi rinnovarono diverse volte (1 Sm 18,3; 20,16; 23,18). Saul invidiava Davide, perché riusciva meglio di lui e perché era molto amato dal popolo, e temeva che egli potesse scalzarlo dal suo trono; perciò usò diverse occasione per attentare alla vita di Davide e intraprese contro di lui una lunga guerra personale. Davide, per evitare una guerra civile, vagabondava con i suoi uomini lontano dalla sua patria. Vari salmi rispecchiano tale angoscia di questo uomo timorato di Dio.

     L’unico, che gli rimase fedele amico, fu proprio Gionathan. Alcune volte, come già detto, anche la fiducia del credente più forte rischia di scemare; allora si cade nello sconforto e nella disperazione. Gionathan andò a trovare Davide nel momento giusto: «E Davide, sapendo che Saul s’era mosso per togliergli la vita, restò nel deserto di Zif, nella foresta. Allora Gionathan, figlio di Saul, si levò, e si recò da Davide nella foresta. Egli fortificò la sua fiducia in Dio» (1 Sm 23,15s). Tale spinta spirituale servì a Davide per risollevarsi e per riprendere il suo cammino con Dio, confidando che Egli avrebbe mantenuto le sue promesse. E così fu.

 

2. Approfondimenti

     Oltre a quanto già detto, troviamo l’incoraggiamento, che una persona in autorità nell’opera del Signore deve dare al proprio successore. Dio comandò a Mosè: «Ma da’ i tuoi ordini a Giosuè, fortificalo e incoraggialo, perché sarà lui che lo passerà [= il Giordano] alla testa di questo popolo» (Dt 3,28).

     Similmente ciò vale laddove un capo, timorato di Dio, riforma la religione e la morale, dopo un periodo di decadenza spirituale. Giosia «stabilì i sacerdoti nei loro uffici, e li incoraggiò a compiere il servizio nella casa dell’Eterno» (2 Cr 35,2).

     Anche il comportamento dell’uomo di Dio durante la prova, vale come tale spinta propulsiva. I credenti al tempo di Paolo, vedendo la sua resistenza, la sua tenacia e il suo servizio anche in carcere, presero animo di a essere più attivi nell’opera del Signore. «…e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la parola di Dio» (Fil 1,14).

     Quindi, qualunque sia la nostra posizione nel regno di Dio, noi possiamo essere decisivi nel dare ad altri credenti la spinta propulsiva necessaria, per rialzarsi, per mettersi nuovamente su strada e per riprendere il cammino con Dio e il servizio per Lui.

     Chi puoi rimettere sulla retta via chi si è un po’ smarrito? (cfr. Gcm 5,19s). A chi puoi dare una nuova spinta spirituale, fortificando la sua fiducia in Dio? Chi puoi consolare con la Parola di Dio? Alla gioia di chi puoi partecipare per i suoi progressi spirituali? Paolo scriveva di Tito ai Corinzi, a cui l’aveva mandato: «Siamo stati consolati; e oltre a questa nostra consolazione, ci siamo più che mai rallegrati per l’allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato ricreato da voi tutti» (2 Cor 7,13).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Pietro Calenzo}

 

Nel nostro pellegrinaggio cristiano, quando ci troviamo nei labirinti delle prove nel nostro cammino verso il cielo, abbiamo tutti bisogno, anziani e non anziani, di un Gionathan, di un Mosè, di un apostolo Paolo, del più giovane dei credenti, che ci facciano sentire fortificati e rinfrancati, come lo fu persino un re Davide, l’unto di Dio, o il caro apostolo abbandonato da molti nella sua prigionia di Roma. E il cammino continuò.... Ringraziando il Signore, nel piccolo della mia esperienza ho incontrato conduttori spiritualmente meravigliosi; ma se così non fosse, in ogni assemblea, voi anziani (in primo luogo), prendetevi cura del gregge, che il Signore vi ha donato in sorte. A volte, le pecorelle del gregge non hanno il coraggio o la forza di parlare, ma in tanti casi gli occhi parlano più di mille parole. Un carissimo abbraccio in Gesù, Nicola, e Egli continui a benedire il tuo servizio ai santi. Benedizioni. {05-07-2012}

 

 

2. {Vincenzo Russillo}

 

Mi vengono in mente i maratoneti. Io non sono un corridore, ma ogni tanto vado a correre e so quanta energia ci voglia. Ho visto, molte volte, delle gare, in cui vi sono dei volontari dislocati lungo il percorso con dell’acqua da offrire agli atleti. L’acqua riempie un deficit del nostro corpo, che pian piano il corpo si disidrata.

     In un certo senso siamo tutti dei maratoneti nella corsa della vita arriviamo in punti, in cui il nostro sistema vitale sembra spegnersi. Si ha bisogno di ristoro. Paolo ci parla nella Bibbia di un esempio veramente da seguire. L’apostolo si trovava nelle prigioni di Cesare in attesa della pena capitale, e un uomo timorato di Dio gli fa visita: «Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché egli mi ha molte volte confortato e non si è vergognato della mia catena; anzi, quando è venuto a Roma, mi ha cercato con premura e mi ha trovato» (2 Timoteo 1,16-17). Tutti noi dobbiamo essere degli Onesiforo (il nome tradotto dal greco vuol dire colui «che porta beneficio»), ovvero dobbiamo arricchire le altre persone. {05-07-2012}

 

 

3. {Fortuna Fico}

 

«Siamo stati consolati; e oltre a questa nostra consolazione, ci siamo più che mai rallegrati per l’allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato ricreato da voi tutti» (2 Cor 7,13).

     Mi viene in mente un bellissimo link che nei giorni scorsi il fratello Silvano Creaco ha postato, sul volo delle oche selvatiche. In particolare ho davanti agli occhi un’immagine da lui descritta: quando un’oca è stanca, o viene colpita, e si stacca dal gruppo, un’altra corre da lei e le sta vicina, fin quando non si riprende, o muore; poi ritorna nello stormo. Spesso anche noi credenti abbiamo bisogno di sentire che qualcuno c’incoraggi, ci dia quell’aiuto, quella spinta necessaria a rialzarci dalle nostre cadute, e che magari preghi con e per noi, che in quel momento non ne abbiamo le forze per farlo, dandoci quella giusta dose di carica spirituale, di cui abbiamo bisogno! Che il Signore ci guidi affinché possiamo realizzare questo tipo di amore per i fratelli! {06-07-2012}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Luca Matranga: È bello questo pensiero, sono perfettamente d’accordo. A cosa serve la chiesa, se non a perfezionare i santi, e a crescere insieme? E se ci sono coloro, che sono più avanti nel cammino, questo serve soprattutto ad aiutare coloro, che sono più acerbi, o che hanno perso la speranza. {05-07-2012}

 

Luisa Lauretta: La Parola di Dio è sempre vera. Chi è stato consolato da Dio riesce a consolare chi è nel bisogno; e quando consoliamo, anche noi, siamo consolati. DTBG {07-07-2012}

 

► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Spinta_propulsiva_EnB.htm

04-07-2012; Aggiornamento: 08-07-2012

 

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