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1.
Ricaricare le batterie altrui
A volte, le
batterie della propria auto si scaricano, magari un po’ alla volta, finché
si rimane per strada. Allora, aiuta solo una partenza mediante un cavo, che
attinge energia da un’altra macchina col motore in funzione. Così accade, a
volte, anche ai credenti; problemi, stress, occupazioni e quant’altro fanno
scaricare le loro batterie spirituali.
Gionathan,
figlio del re Saul, s’era molto affezionato a Davide, e viceversa; essi erano
due amici leali, legati da un patto personale, che essi rinnovarono diverse
volte (1 Sm 18,3; 20,16; 23,18). Saul invidiava Davide, perché riusciva
meglio di lui e perché era molto amato dal popolo, e temeva che egli potesse
scalzarlo dal suo trono; perciò usò diverse occasione per attentare alla vita di
Davide e intraprese contro di lui una lunga guerra personale. Davide, per
evitare una guerra civile, vagabondava con i suoi uomini lontano dalla sua
patria. Vari salmi rispecchiano tale angoscia di questo uomo timorato di Dio.
L’unico, che
gli rimase fedele amico, fu proprio Gionathan. Alcune volte, come già detto,
anche la fiducia del credente più forte rischia di scemare; allora si
cade nello sconforto e nella disperazione. Gionathan andò a trovare Davide nel
momento giusto: «E Davide, sapendo che Saul
s’era mosso per togliergli la vita, restò nel deserto di Zif, nella foresta.
Allora Gionathan, figlio di Saul, si levò, e si recò da Davide nella foresta.
Egli fortificò la sua fiducia in Dio» (1 Sm
23,15s). Tale spinta spirituale servì a Davide per risollevarsi e per
riprendere il suo cammino con Dio, confidando che Egli avrebbe mantenuto le
sue promesse. E così fu.
2.
Approfondimenti
Oltre a quanto già detto, troviamo l’incoraggiamento, che una persona in autorità nell’opera del Signore
deve dare al proprio successore. Dio comandò a Mosè: «Ma
da’ i tuoi ordini a Giosuè, fortificalo e incoraggialo, perché sarà lui
che lo passerà [= il Giordano] alla testa di questo popolo»
(Dt 3,28).
Similmente ciò
vale laddove un capo, timorato di Dio, riforma la religione e la morale, dopo un
periodo di decadenza spirituale. Giosia «stabilì
i sacerdoti nei loro uffici, e li incoraggiò a compiere il servizio nella
casa dell’Eterno» (2 Cr 35,2).
Anche il comportamento dell’uomo di Dio durante
la prova, vale come tale spinta propulsiva. I credenti al tempo di Paolo,
vedendo la sua resistenza, la sua tenacia e il suo servizio anche in carcere,
presero animo di a essere più attivi nell’opera del Signore. «…e la
maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene,
hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la parola di Dio»
(Fil 1,14).
Quindi, qualunque sia la nostra posizione nel
regno di Dio, noi possiamo essere decisivi nel dare ad altri credenti la
spinta propulsiva necessaria, per rialzarsi, per mettersi nuovamente su
strada e per riprendere il cammino con Dio e il servizio per Lui.
Chi puoi rimettere sulla retta via chi si è un
po’ smarrito? (cfr. Gcm 5,19s). A chi puoi dare una nuova spinta spirituale,
fortificando la sua fiducia in Dio? Chi puoi consolare con la Parola di Dio?
Alla gioia di chi puoi partecipare per i suoi progressi spirituali? Paolo
scriveva di Tito ai Corinzi, a cui l’aveva mandato: «Siamo stati
consolati; e oltre a questa nostra consolazione, ci siamo più che mai
rallegrati per l’allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato
ricreato da voi tutti» (2 Cor 7,13).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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1. {Pietro Calenzo}
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Nel nostro pellegrinaggio cristiano, quando ci
troviamo nei labirinti delle prove nel nostro cammino verso il cielo, abbiamo
tutti bisogno, anziani e non anziani, di un Gionathan, di un Mosè, di un
apostolo Paolo, del più giovane dei credenti, che ci facciano sentire
fortificati e rinfrancati, come lo fu persino un re Davide, l’unto di Dio, o
il caro apostolo abbandonato da molti nella sua prigionia di Roma. E il
cammino continuò.... Ringraziando il Signore, nel piccolo della mia
esperienza ho incontrato conduttori spiritualmente meravigliosi; ma se così non
fosse, in ogni assemblea, voi anziani (in primo luogo), prendetevi cura del
gregge, che il Signore vi ha donato in sorte. A volte, le pecorelle del
gregge non hanno il coraggio o la forza di parlare, ma in tanti casi gli occhi
parlano più di mille parole. Un carissimo abbraccio in Gesù, Nicola, e Egli
continui a benedire il tuo servizio ai santi. Benedizioni. {05-07-2012}
2. {Vincenzo Russillo}
▲
Mi vengono in mente
i maratoneti. Io non sono un corridore, ma ogni tanto vado a correre e so
quanta energia ci voglia. Ho visto, molte volte, delle gare, in cui vi sono dei
volontari dislocati lungo il percorso con dell’acqua da offrire agli
atleti. L’acqua riempie un deficit del nostro corpo, che pian piano il corpo si
disidrata.
In un certo
senso siamo tutti dei maratoneti nella corsa della vita arriviamo in
punti, in cui il nostro sistema vitale sembra spegnersi. Si ha bisogno di
ristoro. Paolo ci parla nella Bibbia di un esempio veramente da seguire.
L’apostolo si trovava nelle prigioni di Cesare in attesa della pena capitale, e
un uomo timorato di Dio gli fa visita: «Conceda il Signore misericordia alla
famiglia di Onesiforo, perché egli mi ha molte volte confortato e non si
è vergognato della mia catena; anzi, quando è venuto a Roma, mi ha cercato con
premura e mi ha trovato» (2 Timoteo 1,16-17). Tutti noi dobbiamo essere
degli Onesiforo (il nome tradotto dal greco vuol dire colui «che porta
beneficio»), ovvero dobbiamo arricchire le altre persone. {05-07-2012}
3.
{Fortuna
Fico}
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«Siamo stati
consolati; e oltre a questa nostra consolazione, ci siamo più che mai
rallegrati per l’allegrezza di Tito, perché il suo spirito è stato
ricreato da voi tutti» (2 Cor 7,13).
Mi viene in mente un bellissimo link che nei giorni scorsi il fratello Silvano
Creaco ha postato, sul volo delle oche selvatiche. In particolare ho
davanti agli occhi un’immagine da lui descritta: quando un’oca è stanca, o viene
colpita, e si stacca dal gruppo, un’altra corre da lei e le sta vicina, fin
quando non si riprende, o muore; poi ritorna nello stormo. Spesso anche noi
credenti abbiamo bisogno di sentire che qualcuno c’incoraggi, ci dia
quell’aiuto, quella spinta necessaria a rialzarci dalle nostre cadute, e che
magari preghi con e per noi, che in quel momento non ne abbiamo le forze per
farlo, dandoci quella giusta dose di carica spirituale, di cui abbiamo
bisogno! Che il Signore ci guidi affinché possiamo realizzare questo tipo di
amore per i fratelli! {06-07-2012}
4. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Luca Matranga: È bello questo pensiero, sono perfettamente
d’accordo. A cosa serve la chiesa, se non a perfezionare i santi, e a
crescere insieme? E se ci sono coloro, che sono più avanti nel cammino,
questo serve soprattutto ad aiutare coloro, che sono più acerbi, o che
hanno perso la speranza. {05-07-2012}
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Luisa Lauretta: La Parola di Dio è sempre
vera. Chi è stato consolato da Dio riesce a consolare chi è nel
bisogno; e quando consoliamo, anche noi, siamo consolati. DTBG {07-07-2012}
► URL
:
http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Spinta_propulsiva_EnB.htm
04-07-2012; Aggiornamento: 08-07-2012