■ «L’aiuto che mi viene da Dio
non consiste nel far sì che nessuna difficoltà possa sfiorarmi, ma nel
fortificarmi spiritualmente, mettendomi in grado di resistere con fermezza e di
non lasciarmi travolgere dalle brucianti prove della vita» (James E. Means;
fonte: Resistere nelle prove).
■ «Usa ogni
difficoltà, che sorge intorno a te, come un’occasione per agire con saggezza e
maturità e come un tirocinio per crescere moralmente e umanamente nelle vie del
Signore. Se alla “scuola del Signore” si viene bocciati in una materia, bisogna
ripetere il corso... con altre prove» (Nicola Martella;
fonte: Prove: Dinamica).
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1. {Michele Savino}
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In nessun testo
della Scrittura è presente il concetto, molto caro oggi ad alcuni predicatori:
«Credi nel Signore e tutti i tuoi problemi saranno risolti!».
Gesù ha
affermato che grandi saranno le tribolazioni del credente, che vorrà
vivere in modo fedele alla sua Parola. Paolo stesso ha parlato di
persecuzione per chi vuole vivere piamente.
Se scorriamo
le pagine della Bibbia, fin dall’inizio, notiamo le estreme difficoltà,
in cui vissero quelli, che amavano il Signore: da Abele a Noè, da Abramo a
Davide, da Giobbe a Daniele, gli apostoli... Tutti costoro sono solo esempi di
persone che, amando il Signore con tutto il cuore, si sono inimicati il mondo e
sono stati soggetti a terribili prove!
Tutti noi
siamo soggetti a prove e tentazioni, perché la «luce», che splende per
mezzo di noi, dà fastidio terribilmente alle «tenebre», che avvolgono
questa umanità. E solo con l’aiuto del Signore, attraverso la sua Parola, la
preghiera, la comunione fraterna abbiamo potuto superare a volte anche
situazioni apparentemente insormontabili.
Alcuni sono
convinti che succedono certe cose a causa della poca fede, ma l’esempio
di Giobbe, soprattutto, sconfessa questa idea; è vero il contrario, in quanto il
diavolo combatte chi è più «vicino» al Signore (perché è questo un pericolo per
lui), non certo chi vive una relazione superficiale con il Signore.
Sono
fermamente convinto che, in ogni circostanza, è indispensabile affidarsi al
Signore; noi, infatti, non conosciamo i motivi, che stanno alla base di
una circostanza negativa della nostra vita, ma il Signore sì, e forse sta
«provando» la nostra fede, per vedere se lo amiamo con tutto il cuore o
semplicemente a parole!
«Abbiate
cura di mettere in pratica tutti i comandamenti che oggi vi do, affinché
viviate, moltiplichiate ed entriate in possesso del paese che il Signore giurò
di dare ai vostri padri. Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo
Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e
metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti
osservato o no i suoi comandamenti. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto
provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi
padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive
soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del
Signore. Il tuo vestito non ti si è logorato addosso, e il tuo piede non si è
gonfiato durante questi quarant’anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come un
uomo corregge suo figlio, così il Signore, il tuo Dio, corregge te»
(Deuteronomio 8,1-5). {11-04-2014}
2. {Pietro Calenzo}
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1.
Applicando il punto 2.5. delle domande di lavoro, Dio mi ha detto una volta:
«Va’ e contatta subito quel mio figlio in difficoltà». Ho obbedito con gioia; la
Parola di Dio è vivente, più di una spada affilatissima. {11-04-2014}
2. Le
prove sono pane quotidiano per chi vuol essere discepolo del Maestro. Se
hanno perseguitato il Messia, noi dovremmo esentati dalle sofferenze del
discepolare o nella testimonianza, nell’essere conformi a Gesù? Egli non ci ha
mai promesso una vita sempre felice; e chi lo afferma, mente. Altra cosa è la
perpetua pace, dono eterno del Signore. Il cosiddetto «evangelo della
prosperità e della salute», specifico d’imbarazzanti predicatori
neo-pentecostali o carismatici, è assolutamente anti-scritturale. Affermano che
per il sangue del costato di Cristo abbiamo diritto alla salvezza, per il sangue
versato invece dalla schiena di Gesù i credenti hanno il pieno diritto alla
salute (Benny Hinn, e altrettanto pericolosi emulatori o discepoli). Tale
dottrina ereticale è di una pericolosità estrema. I suoi fan non guariti cosa
debbono pensare?! E tutti coloro, che nel mondo carismofilo e non, che non
saranno mai guariti, cosa penseranno di se stessi e del loro rapporto personale
con Cristo Gesù. Per citare qualche credente ammalato, di cui la Bibbia
parla, si potrebbero citare Paolo apostolo, lo stesso Timoteo, alcuni stretti
collaboratori della squadra missionaria di Paolo medesimo, come Epafrodito (Fil
2,21ss), Trofimo (2 Tm 4,20); addirittura il Signore si servì di una malattia di
Paolo per avviare una nuova evangelizzazione (Gal 4,13); altri credenti furono
vicini alla morte, e ciò contristò Paolo. Paolo avrebbe dovuto chiamare i
moderni guaritori, per lanciare giacche «unte» e «soffi spirituali»? La
malattia fa parte del nostro corredo in Adamo, l’anima è stata rigenerata, il
corpo lo sarà in un futuro escatologico. Dio può guarire? Certamente sì,
anche per mezzo dell’unzione degli anziani secondo Giacomo 5,13ss, ma secondo la
sua sovrana e insondabile volontà; e chi scrive è stato guarito secondo gli
insegnamenti di Giacomo, da artrosi rotulea, ma ricordiamo sempre «secondo la
sua volontà». Non servono Bibbie autografate, o svenimenti, soffi,
rotolamenti. Dio ci ordina di fare ogni cosa con decoro e ordine, merce
rara tra i benestanti e presunti guaritori. Le prove nella vita del credente?
Di prove
ve ne sono, anche importanti, di peso, nella vita di ogni credente. Ma Dio è
fedele, e non consentirà giammai che ci possono schiacciare, e una volta
superate, come disse un mio caro fratello, sapremo meglio e con più efficacia
sostenere credenti, che si trovassero in prove altrettanto difficoltose.
Preghiamo e intercediamo per la guarigione dei nostri fratelli, non
pretendendo, ma chiedendo con sottomissione, umiltà e riverenza al Signore di
agire, secondo il suo beneplacito.
Le cure
farmacologiche non devono essere ripudiate, come affermano invece alcuni
massimalisti; esse sono un dono di Dio, ne faceva uso anche Timoteo per il suo
mal di stomaco. Il sobrio e cristiano approccio alla malattia del credente, è di
curarsi e pregare, o pregare e curarsi. Chi rifiuta le medicine per una
presunta prova della sua fede, e pretende da Dio una guarigione, che nemmeno gli
apostoli potevano garantire, sta esercitando la sua fede o anche tentando Dio?!
La Scrittura, in alcuni casi esaminati, è molto chiara. Dio è sovrano, si
può chiedere con il volto a terra, non pretendere. {11-04-2014}
3. {Luigi Avella}
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Contributo: Ottime riflessioni. Al
momento, la crisi attuale è un carico maggiore per quelle famiglie mono
reddito. Alcuni credenti sono messi alla prova, stando lontano da casa,
per poter guadagnare il necessario per andare avanti. Alcuni credenti vedono la
cosa come il carbone, che si allontana dal fuoco, una conclusione tra le più
gettonate, magari però sarebbe da tenere conto di un certo Giobbe, o anche di
Giacobbe, che fu chiamato fuori dalla propria terra per trovare cibo. Questa
è una della tante prove messe a disposizione da Dio, tutto sta nello
scegliere cosa fare, se lamentarsi o riflettere, guardando la cosa con gli
occhiali di Dio (Ecclesiaste 7,13-14). Ci sono i soliti professori, capaci di
farti la diagnosi completa della tua sventura, tipo quelli che fanno
cascare le braccia, proprio come gli amici di Giobbe (il solito garantismo dei
più fortunati). Ci vuole proprio tanta, ma tanta pazienza. E solo allora si
comprende il fratello in difficoltà (qualsiasi difficoltà), quando le onde e
i flutti ti passano addosso, allora sì che si capisce il fratello o la sorella,
e addirittura si trovano anche le esatte parole di conforto. Si
provano i freni di un automobile, per vedere se frena, e nello stesso modo
Dio fa con i suoi figli. {11-04-2014}
▬
Nicola Martella:
Una cosa è allontanarsi dalla «brace» comunitaria per pigrizia o per
altri motivi poco nobili; altra cosa è andare altrove per cercare un lavoro,
che permetta di sostenere la propria famiglia. Anch’io sono partito per
l’estero, alcuni decenni or sono, per trovare una prospettiva di vita. In ogni
modo, arrivato sul posto, mi sono da subito preoccupato di trovare fratelli
in Cristo, con cui godere la comunione e l’edificazione.
Per il resto, hai ragione:
nelle cose, che uno ha passato sulla propria pelle, può
comprendere le prove altrui e magari soccorrerli in modo adeguato.
■
Luigi Avella: Ho fatto la tua stessa cosa 20 anni fa, quando mi sono spostato per lavoro.
Hai detto bene: «Una cosa è allontanarsi dalla “brace” comunitaria per
pigrizia», altra cosa è saltare le riunioni, per arrivare alla fine del mese.
Dio scruta le reni e i cuori, e la
nostra coscienza lo sa molto bene. {12-04-2014}
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12. {Autori vari}
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Lucia Vitale: Allora speriamo che in
questo periodo di Quaresima, giunto quasi al termine, riusciremo a non
farci scottare da queste brucianti tentazioni! {11-04-2014}
▬
Nicola Martella: La condotta irreprensibile
del cristiano biblico non si limita a periodi stabiliti dagli uomini, ma
si estende a tutto l’anno. Anche le prove della vita non conoscono confini
temporali; è meglio essere preparati, guardando al Signore Gesù ed
esercitandosi alla «scuola di Dio», secondo le regole della sua Parola.
■
Damaris Lerici: Le prove, in un certo senso, sono delle
correzioni per ogni figlio o figlia di Dio, e a questo proposito in Ebrei 12,8 è scritto: «Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli». Quindi, ringraziamo il Signore, anche per le prove, perché esse dimostrano il grande
amore di Dio per noi, che siamo suoi figli. {11-04-2014}
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Maria Gioconda: «Non temere ciò che stai
per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per
mettervi alla prova e avrete una tribolazione... Sii fedele fino alla
morte e ti darò la corona della vita» (Ap 2,10). Il Vangelo ci dice: «Vigilate,
tenetevi pronti, perché non sapete quando il vostro Signore verrà» [Mt
24,42, N.d.R.]. {11-04-2014}
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Massimo Viglia: Sul momento, una prova
difficile e «resistente» alle preghiere può lasciare perplessi e
tendere a scoraggiare, ma se facciamo intervenire la Parola di Cristo, essa ci
chiarifica ogni cosa e c’incoraggia a perseverare nella speranza. «Ora
il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede,
affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo» (Rom
15,13). {11-04-2014}
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Luisa Severino: Signore, ti preghiamo
umilmente: donaci sapienza e intelligenza, affinché nelle prove della
vita Tu ci guidi a comportarci con mansuetudine e in preghiera, stando fermi
nella fede, fiduciosi in Te. {11-04-2014}
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Prove_vita_Esc.htm
11-04-2014; Aggiornamento: 12-04-2014