Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Tale
padre, tale figlio?». Siamo partiti dalla seguente massima: «Puoi
educare i tuoi figli come vuoi, tanto t’imiteranno in ogni cosa». Abbiamo
parlato dei padri incoerenti e dei padri incostanti. Abbiamo mostrato che
nell’educazione dei figli il ferro si batte, fintantoché è caldo. Abbiamo anche
visto che la palestra morale deve stare necessariamente fra le quattro pareti
domestiche.
Ora, non ci
resta che formulare un catalogo di domande, che possa aiutare nella
discussione.
■ 1.
Quanto hai preso sul serio la tua responsabilità di padre finora?
■ 2.
Quanto sei stato coerente o incoerente come padre finora?
■ 3.
Quanto sei stato equilibrato e costante come padre finora, sia nell’esempio, sia
nelle sanzioni?
■ 4.
Quanto hai tiranneggiato, irritato e scoraggiato i tuoi figli con un’educazione
deficitaria e arbitraria?
■ 5.
Quanto apprezzamento o disprezzo nutrono i tuoi figli verso di te, il loro
padre, specialmente dopo essersene andati per la loro via?
■ 6.
Che cosa puoi ancora fare come padre, per ricucire il rapporto con i tuoi figli,
se esso si è oramai deteriorato?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
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1. {Guerino De Masi}
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Per grazia del
Signore, i miei tre figli, oramai grandi, gli appartengono, e ognuno
indipendentemente vive e partecipa nella comunità di fratelli, in cui sono
inseriti. Il tuo post mi ha fatto riflettere e mi fa ancora riflettere sulla mia
responsabilità di padre. Certo, averli potuto educare adesso, con il
senno del poi e l’esperienza odierna, tante cose non le avrei fatte e
altre le avrei volute fare. Ma a ventiquattro anni che esperienza hai? Quella
dei libri? Certamente non quella acquisita sul campo. A monte di tutto rimane
però quanto abbiamo chiesto al Signore non appena sposati. Rita e io abbiamo
chiesto al Dio di darci dei figli, solo se questi poi sarebbero stati suoi!
Azzardato? Rischioso? Tanta fede? Non saprei rispondere, ma ringraziamo Dio,
perché ci ha esauditi.
Padre
incoerente? Sì, mi ci riconosco per tante mie carenze! Padre incostante?
Probabilmente, anzi certamente!
Pertanto, pur
apprezzando molto quanto scrivi, devo confessare la mia incapacità
d’essere sempre stato all’altezza. Ciononostante, mi vengono in mente alcuni
figli, anche di fratelli, che ho stimato e che tuttora stimo, che hanno preso
altre strade. Devo pensare, non per ultimo, ai figli di Eli,
per non parlare dei guai che Davide, uomo di Dio, ha patito con i suoi
figli.
Allora mi
chiedo: Le cose stanno davvero così? Probabilmente sì. Certamente è quanto
consiglierei a chi ha figli ancora piccoli. Di sicuro, questo rimane un
baluardo, un obiettivo, una meta, e a ciò bisogna tendere, per cercare di
non errare.{19-01-2015}
2. {Luigi Avella}
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Un detto recita: «I
frutti non cadono tanto lontano dal proprio albero». È vero, nella maggior parte
dei casi è così, i figli sembrano più o meno la fotocopia dei genitori;
ma è anche vero che tante volte l’eccezione conferma la regola. Personalmente ho
conosciuti figli, che erano totalmente diversi dai genitori; non sono
tanti, ma ce ne sono.
Comunque per
quanto mi riguarda, ho due figli. Il primo l’ho allevato a regime
dittatoriale, il secondo invece è venuto su con metodi più blandi. Se
devo dire la mia al riguardo, a oggi non saprei che cosa sia meglio. Forse sono
stato troppo duro col primo (e comunque è venuto su abbastanza
«inquadrato»); come quei genitori che vedono nei figli il proprio riscatto, devo
dire che è bravo negli studi, sempre ponderato nelle cose, con gli impegni di
chiesa sempre presente (va a lezioni di pianoforte e accompagna i canti in
chiesa). Col secondo c’è stata più moderazione; le esperienze passate a
evangelizzazioni in strada a convertire a tutti i costi le persone, mi hanno
convinto che bisogna fare quello che si può fino a un certo punto; non si può
pretendere di assemblare le persone a proprio gusto, neanche Dio lo fa, infatti
ci lascia liberi di decidere come organizzare il nostro futuro.
Attualmente
non riesco a essere assiduo alle riunioni, perché mi rompo la schiena, lavorando
e cercando di arrivare a fine mese. Spero che quelle istruzioni bibliche,
che hanno ricevuto, e i consigli magari anche duri, che riceveranno da noi
genitori, possano consentire loro, in futuro, di non lamentarsi di noi. Non
dimentico mai le botte prese da mio padre e quante volte lo ringrazio.
{22-01-2015}
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12. {Autori vari}
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Omar Stroppiana:
Sono assolutamente d’accordo sull’importanza del buon esempio
nell’educazione dei figli. A questo proposito avevo scritto, proprio una decina
di giorni fa, questo breve pensiero, che potrebbe interessare a qualcuno: «La
forza del buon esempio» {18-01-2015}
■
Michele Attruia:
Che dire? È tutto molto chiaro. Mi devo dare da fare a metterlo in pratica.
Sono ultimi tempi, ed è altrettanto chiaro il disfacimento della famiglia e la
mancanza di buoni esempi da seguire. Lo dico, ahimè, come esempio e come
seguace! {18-01-2015}
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Rosaria Genovese:
È vero, i figli sono la fotocopia dei padri. {19-01-2015}
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Bruno Salvi:
Si dice che i figli da piccoli sono come una lavagna. Se i genitori non
ci scriveranno sopra in modo corretto, lo faranno gli altri. {20-01-2015}
► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Padre_figlio_S23.htm
22-01-2015; Aggiornamento:
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