«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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INVESTIMENTI DI FACCIATA?

 

 a cura di Nicola Martella

 

FacciataUn amico mi ha suggerito un’immagine, che poi ho formattata a modo mio. Su di essa appaiono due piccoli omini dinanzi a un colossale portale d’ingresso, dietro a cui non c’è la mega-villa da sogno, come ci si aspetterebbe. Al contrario, in lontananza si vede una catapecchia e un omino, che cura il suo orto. Uno dei due omini, che ammirano il trionfalistico portale, spiega all’altro: «La costruzione dell’entrata l’ha ridotto in bolletta!». Tale amico ha aggiunto a tale scena la seguente didascalia: «Costa voler apparire ad ogni costo!». La riflessione su tale immagine mi ha suggerito le segui considerazioni.

     Gesù disse alle folle: «Infatti chi è fra voi colui che, volendo edificare una torre, non si metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se è in grado di poterla finire? Che talora, quando ne abbia posto il fondamento e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno prendano a beffarsi di lui, dicendo: “Quest’uomo ha cominciato a edificare e non ha potuto finire!”» (Lc 14,28ss).

     Ho dovuto pensare che anche certi cristiani sono proprio così: vogliono apparire dinanzi agli altri, vogliono titoli religiosi altisonanti, che li distingua dagli altri, pretendono di avere gradi da generale, autorità, la cosiddetta «unzione», grandi carismi e potenza, e si vantano di grandi cose riguardo a ciò, che rappresenterebbero. Dietro alla facciata dell’apparenza sono spesso tutt’altro. Per sapere chi sono veramente, basta sperimentarli quando discutono accesamente con qualcuno o si trovano a gestire un conflitto.

     In tale contesto Gesù fece precedere tali versi illustrativi da questi altri: «Se uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli, e le sorelle, e finanche la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc 14,12s). Il Messia Gesù pretese qui la priorità assoluta su tutto e tutti. Certi cristiani, pieni di sé e della loro presunta autorità e potenza, non vogliono la «croce» (l’abnegazione), ma applausi sui palchi e consensi sui pulpiti, per essere ammirati e osannati come qualcosa di eccezionale.

     Alcuni si appellano alla potenza dello Spirito, ma poi mostrano tutta la loro carnalità, mettendo fuori uso il «frutto dello Spirito», appena li si tocca in qualcosa, e diventano verbalmente violenti come belve fameliche. La cosa triste è quando affermano che tutto ciò sarebbe l’autorità del Signore! Tutto ciò è, invece, solo «carnalità spiritualizzata» con arbitrio e arroganza! Dietro all’apparenza di potenza spirituale, mostrano carenze spirituali e macerie morali. Tutti ammirano la loro facciata piena di devozione, ed essi si gongolano di essere considerati «unti del Signore». Ma guai a chi li tocca in qualcosa o pone qualche dubbio su un aspetto del loro carattere, della loro prassi o del loro pensiero! Allora, diventano come orsi famelici, che sbraitano irosi, come se volessero sbranare carnalmente chiunque li contraddica.

     Di là dalle apparenze, l’albero si riconosce dai frutti. «Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma l’albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni» (Mt 7,17s). Non basta, quindi, ciò che si mostra, ma ciò che c’è dietro la facciata. L’autorità spirituale del servitore del Signore non si mostra col misticismo, ma con la pratica del «frutto dello Spirito» (Gal 5,22s) e con l’essere irreprensibili (1 Tm 3,2.10; 5,7; 6,14 + immacolato; Tt 1,6s; 2 Pt 3,14), specialmente nella crisi e propriamente nel conflitto con altri, dove a ragione bisogna mostrare «nell’insegnamento integrità, dignità, linguaggio sano, irreprensibile» (Tt 2,8).

     La cosiddetta potenza spirituale del servitore del Signore non si mostra in presunti carismi particolari, che sono solo un investimento di facciata, ma nell’autocontrollo e nel parlar sano, e cioè proprio quando ci si trova in un confronto acceso e, pur non volendo, in un conflitto con qualcuno su opinioni e punti di vista differenti. Solo quando si ha il controllo di se stessi e della propria lingua, parlando in modo sano e rispettoso, si è allora veramente credibili.

 

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Antonio Capasso

2. Guerino De Masi

3. Pietro Calenzo

4. Rita Fabi

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9.

10.

11.

12. Autori vari

 

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1. {Antonio Capasso}

 

Contributo: «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente» (1 Cor 13,1-3). {23-07-2013}

 

Nicola Martella: Grazie di averci ricordato tale testo. In effetti, 1 Corinzi 13 non è semplicemente «l’inno dell’amore», come comunemente viene inteso, ma esso si trova fra i capitoli 12 e 14 ed è un testo «anti-carismaticista» per eccellenza, con cui Paolo denunciava, punto per punto, il modo di agire e lo stile di vita proprio dei cosiddetti «sommi apostoli». Questi ultimi erano esoteristi cristianizzati di stampo giudaico, che avevano preso il potere nella chiesa di Corinto e vi avevano introdotto abusivamente false dottrine, l’ecumenismo religioso e il liberalismo etico (2 Cor 11,3ss.13ss). Si tratta, quindi, di un testo molto moderno e attuale per tutti gli aspetti menzionati. Di cosiddetti «sommi apostoli» di stampo carismaticista ne abbiamo a dozzine e tutti incarnano 1 Corinzi 13 al rovescio.

 

 

2. {Guerino De Masi}

 

Ovviamente tale immagine è ironica. Si trova incorniciata nel mio ufficio. Io faccio questo lavoro d’ingressi. Tale immagine illustra bene lo spreco e l’errore, che si fa, per apparire ciò che non si è. Le facciate sono tipiche negli ambienti formali, dove pare sia indispensabile «apparire» piuttosto che «essere»... forse per non sentirsi esclusi. Tuttavia, chi crede in Dio, dovrebbe sapere che nulla è nascosto agli occhi suoi. E allora, perché l’ipocrisia? Purtroppo e troppo spesso è proprio tra loro che questa figura trova applicazione, aldilà di quanto Nicola ci porta giustamente a riflettere. Diciamo che è un’altra riflessione da fare e non si escludono a vicenda {23-07-2013}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Contributo 1: A volte, tali persone si esibiscono su grandi palchi, adornati con tanti grossi palloncini color nero e con tante luminarie. Ma prima di andare in scena, i due attori notano che c’è un solo spettare. Lo spettacolo è finito, e mestamente ascoltano qualche palloncino scoppiare. Avevano promesso un gran spettacolo e invece niente, cosa diranno al loro impresario al quale avevano promosso tuoni e fulmini, e come faranno a dare indietro le mine che il Padrone impresario aveva loro prestato? Tutto ciò pensavano, quando si sentì un altro palloncino gonfiato a elio fare un gran botto! Che avessero fatto male i calcoli?! L’unico spettatore se ne andò via deluso. {24-07-2013}

 

Contributo 2: Gli investimenti di facciata costano molto, non servono a nulla, e quando subitaneamente crollano, rivelano il vero volto della bruttissima realtà. {24-07-2013}

 

 

4. {Rita Fabi}

 

La vera umiltà è una delle più grandi prove di un vero servo di Dio. L’arroganza, la vanità e l’orgoglio rivelano una persona carnale, un cuore non rigenerato.

     «La loro lingua è una freccia micidiale; essa non dice che menzogne. Con la bocca ognuno parla di pace al suo vicino, ma nel suo cuore sta in agguato» (Geremia 9,8).

     «Tendono le loro lingue come fosse il loro arco, per scoccare menzogne; nel paese sono potenti, ma non per la verità, perché procedono di malvagità in malvagità e non conoscono me, dice l’Eterno» (Geremia 9,3). {23-07-2013}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Mario Pinto: Gli uomini più diabolici devono essere per forza i finti discepoli di Cristo. {23-07-2013}

 

David Savino: Eh sì, spesso dimentichiamo che possiamo prendere in giro le persone, ma Dio vede e conosce la nostra «seconda facciata»! {23-07-2013}

 

► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Invest_facciata_EnB.htm

23-07-2013; Aggiornamento: 25-07-2013

 

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