«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Uniti nella verità...

 

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

  Ecco le parti principali:

■ Entriamo in tema (il problema)

■ Uniti nella verità

■ Le diversità quale risorsa

■ Le diversità e le divisioni

■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VITA IN FUMO

 

 a cura di Nicola Martella

Vita in fumo

Alcuni fatti

     ■ Ogni anno muoiono in Italia circa 75.000 - 80.000 persone a causa del fumo: circa 39.000 per cancro (al polmone, alla gola o alla cavità orale, ecc.), circa 13.000 per malattie respiratorie croniche e 22.000 per malattie cardiovascolari.

     ■ Per legge, sui pacchetti di sigarette sono chiaramente scritti avvertimenti del genere: «Il fumo rende impotenti», «Il fumo ostruisce le arterie», «Il fumo causa attacchi cardiaci e ictus», «Il fumo provoca il cancro», «Il fumo causa una morte lenta e dolorosa»...eppure il cervello dei fumatori è così fumato e dipendente da non realizzare più neppure ciò, che tali messaggi vogliano dire.

 

Pensieri sparsi

     ■ Alcuni si sono già fumati il cervello, ma asseriscono di poter smettere di fumare, quando vogliono.

     ■ Alcuni, se avessero risparmiato ciò, che hanno fumato nella loro vita, oggi potrebbero condurre una vita agiata.

     ■ Fumare è pagare ogni giorno un’esosa rata sull’assicurazione per una morte lenta e dolorosa.

     ■ In genere i genitori darebbero la vita per i loro figli, eppure sono così incoscienti da avvelenarli col fumo passivo.

     ■ Che contraddizione vedere una donna incinta, disposta a dare la vita, con in mano una sigaretta, con cui sta dando la morte.

     ■ Quanti chilometri di sigarette ti sei fumato finora? Quanto hai contribuito finora ad arricchire le industrie del tabacco? Quanto hai pagato fin qui di tasse sul fumo allo Stato? Di quanto hai derubato finora te stesso, i tuoi figli e la tua famiglia, fumando?

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna...Il corpo...è per il Signore, e il Signore è per il corpo» (1 Corinzi 6,12s).

     ■ «Io tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia biasimato» (1 Corinzi 9,27).

     ■ «Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi; state dunque saldi, e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo della schiavitù!» (Galati 5,1).

     ■ «Promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò, che lo ha vinto» (2 Pietro 2,19).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Stefano Carta

2. Nicola Martella

3. Antonio Nappo

4. Francesco Cicala

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Stefano Carta}

 

Questa è la mia testimonianza da ex-fumatore. Io ero un fumatore. La mia media era un pacchetto al giorno, e il sabato abbondavo ancora di più. Mi ricordo che è stata una lotta smettere, più che altro contro me stesso. Quando mi sono convertito, ho capito che era un peccato in quanto contro Dio, e inoltre arrecavo danno al mio corpo e al mio spirito, poiché essere schiavo di un vizio, come era il mio caso, e testimoniare della liberazione ricevuta in Cristo era un controsenso. Allora mi ricordo che pregavo Dio di aiutarmi a smettere; però quando uscivo di casa, entravo sempre dal tabaccaio. Poi provavo un senso di impotenza e frustrazione, e quasi mi arrabbiavo con Dio, perché non mi dava le forze per smettere. Un giorno decisi di iniziare a cambiare strada con la macchina, e di non passare più davanti al tabaccaio, e quel giorno non fumai. Ci fu certamente una lotta, ma mi resi conto che Dio mi aveva già donato la vittoria su quel peccato e che io dovevo semplicemente appropriarmene. Non ho usato sistemi alternativi al fumo per cercare di smettere, ma ho semplicemente pregato, e Dio mi ha dato la forza. Una cosa, che quest’esperienza mi ha insegnato per la mia vita, è quella di camminare conformemente alle richieste di preghiera: se chiedo a Dio di farmi smettere di fumare, è da stolti passare di fronte al tabaccaio, per essere tentati a entrarci. Non posso giocare con il mio peccato come un torero gioca con il toro nell’arena, sventolandogli lo straccio rosso sopra il naso, perché il toro del peccato purtroppo non fallisce e io non ho da me stesso l’abilità per affrontarlo con le mie forze. Per cui, coerentemente alle mie richieste di preghiera, non devo mettermi nella tentazione con le mie stesse mani. Dio mi ha dato la forza di fuggire al male. Il fumo purtroppo è una piaga sociale non indifferente, e una schiavitù per molti, che ritengono se stessi uomini liberi in Cristo. {08-12-2012}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Qui di seguito prendo posizione sulla questione se fumare sia peccato o altro. Premetto che sono contrario al fumo per motivi medico-scientifici, non tanto per motivi religiosi. Perciò, personalmente non ritengo che fumare sia un «peccato», poiché nella Bibbia non c’è nulla di simile, che venga definito allo stesso modo. «Chi fa il peccato commette una violazione della legge; e il peccato è la violazione della legge» (1 Gv 3,4). Preferisco chiamare iniquità ciò, che la Scrittura dichiara espressamente così o almeno in modo simile. Il fumo è molto più verosimilmente una contaminazione della carne (cfr. 2 Cor 7,1; Eb 9,13s; Gd 1,8). Dalla contaminazione ci si purifica, allontanandosi dalla fonte (cfr. Is 52,11; 2 Pt 2,20) e bandendo o distruggendo quest’ultima (Nu 5,2; cfr. Lv 11,33s).

     È meglio chiamare il fumo per quello, che è: una dipendenza, quindi una schiavitù sotto un vizio; solo così è possibile aiutare efficacemente. Ciò ci libera anche dall’arbitrio di stabilire noi che cosa sia il «peccato» e dalla fissazione di chiamare alcune cose così (p.es. una sigaretta dopo mangiato) e altre no (una decina di caffè al giorno). Una dipendenza può essere spesso semplicemente l’esagerazione di una cosa legittima (1 Cor 6,12), in eccesso (p.es. bulimia), in difetto (p.es. anoressia) o nella ripetitività (compulsione). Ogni dipendenza rende «schiavi della corruzione» (2 Pt 2,19).

     Giusto è che, se si chiede a Dio la forza per uscire da una dipendenza, non ci si deve mettere in tentazione con le proprie mani, passando vicini alla fonte di pericolo.

 

 

3. {Antonio Nappo}

 

Contributo: Bisogna avvisare i dipendenti, altrimenti si diventa co-dipendenti. Quando avvisare non basta, bisogna anche punire i dipendenti, addirittura allontanandosi da loro, perché il fumo passivo è ancora più dannoso. Bisogna punire tutte le dipendenze (Proverbi 19,19). {08-12-2012}

 

Nicola Martella: Praticamente, come si fa a «punire tutte le dipendenze»? E chi lo deve fare? E chi stabilisce che cosa sia una vera dipendenza? E poi, ad esempio, dopo quanti caffè per peso corporeo si diventa dipendenti? Poiché personalmente non ho alcuna autorità esecutiva, preferisco convincere con argomenti probanti.

 

Antonio Nappo: Parlo di «punire le tendenze» nel senso di non subirle, richiamando chi ci sta vicino e, se il caso, allontanandosene. Lo Spirito Santo penserà all’opera di convinzione ed, eventualmente, alla punizione. {09-12-2012}

 

 

4. {Francesco Cicala}

 

Caro fratello Nicola, questo quesito, che hai posto in rete, è interessante, perché si è circondati da tanti fumatori incalliti. Quando li si esorta a sforzarvi di smettere di fumare per la salute fisica e della tasca, la risposta è: «Posso smettere quanto voglio», oppure: «Quando moriamo, moriamo», dando poca importanza a questi pericoli.

     Leggendo le varie citazioni bibliche da te riportate, posso rispondere con la mia esperienza di ex-fumatore di un pacchetto e più al giorno.

     Ho sempre tentato di smettere, ma non ci sono mai riuscito, fino a quando non ho conosciuto il Signore; e con la sua presenza nella mia vita, ho smesso subito di fumare, perché mi ha dato una carica psicologica di poterlo fare «Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi; state dunque saldi, e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo della schiavitù!» (Galati 5,1).

     Sono 22 anni che non ho più toccato una sigaretta, tranne un breve episodio, perché scoraggiato dalle situazioni di chiesa, ritornò il desiderio nella psiche, convinto che mi avrebbe rilassato. Tuttavia, appena comprato il pacchetto delle sigarette, aprendolo, accesi la prima; e non appena il primo inspiro del fumo entrò in me, mi sentii sporco, ripreso nella coscienza e come sconfitto. Così il pacchetto nuovo, appena comprato, fu stropicciato. Perciò, dopo 22 anni, posso dire che c’è stato una sola inalazione di una sola sigaretta.

     Dal momento che fumare non si può chiamare peccato, allora posso rispondere come dice Paolo ai Corinzi «Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna...Il corpo...è per il Signore, e il Signore è per il corpo» (1 Corinzi 6,12s). Non c’è nessuna utilità nel fumare, al contrario danneggia la salute e le finanze; per cui dovremmo cercare di mantenere la nostra salute, per poter servire il Signore al meglio delle nostre possibilità, e le finanze per l’avanzamento del regno di Dio.

     Ben sapendo che il fumo è una dipendenza. Da non credente non riuscivo a concentrarmi, quando dovevo leggere i disegni delle costruzioni sui cantieri, fino a quando non mi accendevo la sigaretta. «Io tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia biasimato» (1 Corinzi 9,27). Questo versetto ci ricorda che abbiamo la possibilità in Cristo di non lasciarci ridurre come schiavi della sigaretta, ma pregando il Signore che ci dia la possibilità di vincere la dipendenza, incominciando a farlo. Questo ci permetterà di aiutare gli altri a non essere dipendenti della sigaretta. {09-12-2012}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Franco D’Antoni: Il Signore mi ha dato la forza di smettere, perché io non riuscivo, pur avendo provato più volte. Ricordo che pregai e fui pieno di volontà di smettere. Mi deridevano, perché dicevo che non fumavo più, e affermavano che tra due giorni avrei fumato di nuovo. Da allora sono passati 13 anni, gloria a Dio. {08-12-2012}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Sandro Moreno: Chi compra le sigarette è uguale al condannato a morte, che paga il boia. {08-12-2012}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Vita_in-fumo_UnV.htm

08-12-2012; Aggiornamento: 10-12-2012

 

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