1. Entriamo in
tema
Internet
è il luogo, dove ognuno può mettere a fuoco il proprio genio e prodursi come
autore, per trasmettere le proprie convinzioni. Questo è certamente positivo. Lo
è anche per quei cristiani biblici, che vogliono trasmettere l’Evangelo,
insegnamenti conformi alla dottrina biblica e incoraggiamenti spirituali.
2. Gli
improvvisati scrittori
Purtroppo non
tutti sono in grado di scrivere così da trasmettere le loro convinzioni
in modo lineare, con una sintassi coerente e in modo grammaticalmente corretto.
A ciò si aggiungano i pensieri attaccati l’uno all’altro, senza un minimo
di organizzazione, senza mai andare a capo, senza qualche titoletto intermedio,
senza uno sviluppo, senza capo e ne coda. Peggio ancora è quando scrivono tutto
in maiuscole o alternano
maiuscole e minuscole. E se non bastasse, alcuni usano una punteggiatura
insufficiente; altri fanno uso di un’indistinta sequenza di puntini
sospensivi, che dividono frasi, locuzioni e addirittura parole, pressoché
senza alcuna logica. Non parliamo poi degli errori di dizione e di ortografia e
dell’uso di termini, che non esistono in alcun dizionario!
3. Non
siate in molti a fare da maestri (Gcm 3,1)
Pur essendo
alcuni sgrammaticati, poveri di contenuti e scarsi di dottrina, essi si
credono scrittori provetti e mettono i loro «pensieri» in decine di gruppi,
sperando che qualcuno li legga e li commenti. E se ciò non bastasse alcuni fanno
lunghe liste di versetti biblici, senza virgolette e spesso senza
riferimenti biblici; la cosa singolare è che spezzano tali versetti biblici a
loro piacere, farcendoli di loro pensieri, tanto che non si capisce più
che cosa hanno detto gli scrittori biblici e che cosa è farina del loro sacco.
Il rischio è che facciano dire alla Scrittura ciò, che piace a loro. Chi non è
in grado di tagliare rettamente la Parola della verità, rischia di essere
confuso e fonte di confusione per altri, che non ha cero l’approvazione di Dio
(2 Tm 2,15).
4. Aspetti
conclusivi
Se proprio si
vuole farla da maestro in Internet, che si scrivano cose sensate, con un buono
stile e grammaticalmente e sintatticamente a posto. Ne va della trasmissione
della verità! E d’essa bisognerà rendere conto a Dio. Chi scrive di ciò, che
prude nelle sue proprie orecchie, senza aver il discernimento biblico, si
trasforma facilmente in un falso maestro (cfr. 2 Tm 4,3s), magari senza neppure
accorgersene, che scrive chimere, pensando di trasmettere verità bibliche.
Consiglierei a
chi vuole scrivere in Internet e specialmente a che intende trasmettere il
pensiero biblico, che riprenda in mano un libro di grammatica e se la
studi scrupolosamente. Non farebbero male neppure lo studio di qualche opera di
sintassi e la lettura del vocabolario.
Infine, chi
non ha proprietà di linguaggio, non scriva i suoi pensieri direttamente
in Internet, ma usando un programma di videoscrittura con un correttore;
in tal modo, potrà vedere gli errori grossolani e porvi rimedio. Per gli
errori dottrinali non c’è, invece, correttore che tenga: prima di farla da
maestro per altri, si torni a studiare la «sana dottrina»!
Per
l’approfondimento:
►
Dotti ignoranti in rete
{Nicola Martella} (T)
►
Parlare a vanvera e dintorni
{Nicola Martella} (A)
►
Regole utili per i naviganti nei social network
{Nicola Martella} (A)
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07-02-2014; Aggiornamento: |