Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Giuseppe Lo Porto}
▲
■
Contributo 1: Caro Nicola Martella, non solo
condivido quanto tu hai scritto, ma inizierò, come ho già fatto in precedenza,
ad accettare solamente amicizie, laddove la persona sia ben trasparente
ai miei occhi. E ciò alfine di avere, benché virtuale, ma pur sempre una
comunione. E aggiungo che abbiamo così tanto giudicato l’ambiente cattolico, a
motivo delle immagini che adottano, per rappresentare Dio; ora, però, le
vedo in ogni nota o addirittura sull’immagine dello stesso profilo di alcuni,
tanto che mi sono domandato: «Chi mai si può celare dietro un’immagine?». Quelli
che non vogliono apparire direttamente, e i loro motivi sono molteplici,
chi lo fa per dare un’impressione a chi lo osserva di ciò, che sente nel suo
cuore, chi lo fa per motivi futili, chi lo fa per far capire a chi lo contatta a
quale religione o credo appartenga,ecc.
Ma quando si
parla di falsi account, allora qui si entra in una dimensione diversa da
quella di una semplice immagine, poiché non si nasconde solo il volto di una
persona, ma la sua identità! E perdonatemi l’ignoranza, ma chi è colui che si
cela dietro falso nome? Beh, se non lo sapete, vi illumino io, cari fratelli
evangelici: è il diavolo!
Caro Nicola
Martella, i miei più sentiti ringraziamenti, per quanto tu possa fare per
dar maggior sicurezza in questo ambiente. Benedizioni. {24-07-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Dai tuoi contatti comincia a eliminare quegli account che
hanno titoli altisonanti come «apostolo», «profeta», ecc. direttamente
nell’account, visto che per Facebook sono fuori norma! Per Facebook un account
deve contenere solo nome e cognome, e cioè veri. Quindi, tutti gli
account con «Gesù», «Dio» e altri nomi e titoli religiosi sono fuori norma
e contravvengono alle regole. Tali persone dovrebbero aprire una pagina o un
gruppo al riguardo.
■
Contributo 2: Lo farò. Apocalisse 4,3 descrive la
trasparenza di Dio, per cui quanto lo dovremmo esserlo noi; se veramente
siamo luce, allora che sia visibile a tutti. Aggiungo che non sarà il titolo
da me scritto sul mio profilo, che mi fa un servo di Dio, bensì i frutti
che riesco a produrre per mezzo dello Spirito Santo nel nome di Gesù. Chiunque è
da Dio, faccia secondo i comandamenti datici da Dio; chiunque è del mondo,
faccia secondo la legge del mondo. Ma chi è luce non la occulti. Benedizioni.
{24-07-2011}
2. {Mario Mariano,
ps.}
▲
■
Contributo: A me non m’interesse se
l’account e vero o falso... un albero buono si riconosce dai suoi
frutti!! {24-07-2011}
▬
Nota redazionale
(Nicola Martella): È evidente che tale account è falso. La persona, che si cela
dietro a esso, è un accanito seguace di «Maria di Roma».
▬
Osservazioni (Davide
Forte): Non lo sai che per riconoscere l’albero
buono, devi avere lo Spirito di Dio, e non di Maria? {24-07-2011}
▬
Replica (Mario
Mariano): I frutti sono le opere,
Davide! {24-07-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): «I frutti sono le opere». Se s’infrange una regola
chiara ed evidente, tali frutti-opere sono cattivi, quindi l’albero è
cattivo, vero? L’albero si riconosce dai suoi frutti.
▬
Osservazioni (Pietro
Calenzo): Tornando al tema del post del
fratello Martella, mi domando quale frutto o opera della fede si possa scorgere
nel venir meno alla parola data o a una accettazione di regole, prima
accettate e poi disattese! {24-07-2011}
3. {Maurizio Ruffino}
▲
■
Contributo: Non avevo mai letto della
proibizione per i titoli professionali e religiosi, che, invece, sono
ampiamente usati (oltre a quelli religiosi troverai anche «psicologo», ecc.).
Non vedo, però, il motivo di tale proibizione (anche se io non li uso), e, nella
regola, non sono addotte motivazioni. Ne sai qualcosa di più? {24-07-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Prendo atto delle regole, ma non capisco tutte le
motivazioni; prendo atto che gli account personali devono contenere solo nome e
cognome, e cioè quelli veri. Poi, avendo tale account personale, ognuno può
aprire pagine personali, professionali, culturali, ecc. e gruppi di
discussione. Sia le pagine (nel mio caso, ad esempio,
Punto°A°Croce), sia i
gruppi di discussione (nel mio caso, ad esempio,
Diakrisis) possono avere
un nome qualsiasi, quindi contenente un titolo, una professione, il nome
di una chiesa, di un’associazione, di una missione, e così via. L’errore
che si fa, è di aprire un account con tali elementi, mentre esso può contenere,
come detto, solo nome e cognome reali.
4. {Luna Estiva, ps.}
▲
■
Contributo: Carissimo fratello, io sono
***. Del fatto che non potevo metter nomi di fantasia, io non ne ero al
corrente, anzi mi hanno detto tutt’altro, non conoscevo queste cose,
cercherò di capire bene. Ho tolto il mio nome e cognome perché c’è stato
un momento che mi sono allarmata per falsi fratelli: uno chiedeva soldi e
chissà cosa; un altro si spacciava per pastore, ha altre pagine con nomi diversi
e mi hanno detto: «Poveretto ha dei problemi mentali». Ho cancellato questi
contatti e cambiato nome; non ricordo se ti ho avvertito di questo. Ho
visto che di un mio vecchio contatto hanno clonato la foto, il nome e
cognome. Ultimamente ho notato un po’ di disordine. Dio ti benedica.
{24-07-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Cara ****,
non ho molto da dirti.
Ti ho taggata per caso. Ho scritto un articolo
generale, ma non miravo a nessuno in particolare, ma solo alla verità e a far conoscere le norme di Facebook.
Il tuo account è falso per Facebook, che tollera solo nomi e cognomi veri. Poi,
fai uso della tua libertà e della tua responsabilità dinanzi a Dio
e agli uomini.
▬
Replica (Luna Estiva, ps.): Ringrazio Dio
che Lui conosce la mia moralità molto meglio delle persone che non mi
conoscono affatto. Non ho mai messo su Facebook niente d’indecoroso, che faccia
vergogna a mio Padre; e ringraziando Dio, posso camminare a testa alta e non
bassa nella mia città. Mai nessuno, che mi ha conosciuto, ha mai avuto di che
dire qualcosa della mia moralità. {24-07-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Ne sono solo
contento. Il tema si trova sulla mia bacheca. Non pensavo a te, quando l’ho
scritto. Ribadisco nuovamente che ti ho taggata per caso su «Facebook».
Comunque, ora che sei al corrente delle regole di Facebook, fai secondo la
tua coscienza. Ti auguro il «pacifico frutto di giustizia». ;o)
5. {Ursula Illiano}
▲
■
Contributo: Caro Nicola, condivido quello,
che dici, perché ritengo ovvio per un credente essere coerente anche su
Facebook con quello, che è nella vita reale. Non conosco approfonditamente tutto
ciò che Facebook «offre e richiede», sopratutto l’uso, che ne viene fatto da chi
è mal intenzionato. Poiché ritengo che i contatti, che ho, siano
autentici, anche se alcuni di questi si presentano con titoli. Quello che però
vorrei aver chiaro, è ciò che hai scritto riguardo alle pagine e ai
gruppi. Considerando anche questo gruppo, a cui facciamo parte, e anche
delle pagine, che tu stesso gestisci. Quale dovrebbe essere la giusta scelta
d’impostazione? Ovviamente la domanda è a scopo informativo per saperne di più
ed essere anche più accorta nei contatti, che faccio su Facebook. Scusa se non
rispondo in modo adeguato alla tua domanda, spero mi risponderai ugualmente.
Grazie! {24-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Come già
espresso sopra, gli account personali devono contenere solo nome e cognome,
e cioè quelli autentici. Poi, usando tale account personale, ognuno può aprire
pagine di scopo e gruppi di discussione. Sia le pagine, sia i gruppi di
discussione possono avere un nome qualsiasi. L’errore che si fa, è di aprire un
account personale contenente tali elementi, quali titoli, associazioni, chiese,
missioni, eccetera. Spero che ti sono stato utile e comprensibile.
▬
Replica (Ursula Illiano): Sì, sei stato
utile e comprensibile. Grazie! {24-07-2011}
▬
Osservazioni (Alaimo Calogero): Sì, ben
detto.
6. {Pietro Calenzo}
▲
■
Contributo 1:
Grazie, Nicola per la tua preziosa nota. Aggiungo personalmente ciò, che è
scritto nella Parola eterna di Dio: «Chi è fedele nelle cose minime, è
pur fedele nelle grandi» (Luca 16,10). Bisogna dare a Cesare ciò, che
è di Cesare, e a Dio, ciò che è di Dio (Matteo 17,21; Marco 12,14, Luca 20,22).
I cristiani devono essere sottomessi alle leggi e alle regole, che sono
stabilite dalle autorità, permesse da Dio; chi si ribella a esse, si ribella a
Dio (1 Tim 2,2; Rm 13,1). L’osservanza delle leggi stabilite, non può essere
soggettiva, ma oggettiva. Buon discernimento. Ma moralità, etica,
deontologia, sembrano diventati per alcuni un optional. {24-07-2011}
■
Contributo 2:
La mancata coerenza morale e il diniego di regole sottoscritte e disattese, sono
la cartina tornasole di una religiosità fine a se stessa e mai vissuta.
Shalom, Nicola.
Per alcuni utenti, la presente netiquette è diventato un optional.
Mancanza di etica, morale, deontologia sono le peculiarità che li
contraddistinguono. {24-07-2011}
7. {Antonio Romanelli}
▲
■
Contributo: Sono d’accordo. Credo che
dietro a ogni account ci dovrebbe essere almeno il cognome e nome di chi
gestisce il profilo.
Se ho capito
bene per le pagine c’è un altro regolamento, però credo che sarebbe buona norma
che anche nelle pagine, si potrebbe leggere il cognome e il nome reale di chi
amministra la pagina. Come posso leggere nelle informazioni della pagina «Fede
Vivente» (Pagina di Nicola Martella). {24-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Giustamente, è
buona norma deontologica di mettere anche nelle pagine un riferimento
alla persona, che le amministra, ad esempio nelle informazioni.
Nei gruppi
Facebook indica gli amministratori; basta pigiare su «Mostra tutti» i membri
ed esce una descrizione del gruppo e, pigiando su «Visualizza amministratori»,
è possibile vedere questi ultimi. Può succedere comunque, che un amministratore
si rimuova, e allora il gruppo rimane «orfano» e continua fintantoché alcuni
membri rimangono.
8. {Amore Incondizionato,
ps.}
▲
■
Contributo: Caro Nicola la verità o la
moralità non sta in queste cose. Se usare il nome «Amore Incondizionato», invece
che i nostri nomi e cognomi, significa portare più gente ad accedere a
questo contatto, che parla della Parola di Dio, allora siamo ben lieti di
andare contro questa regola. A volte le regole non sono perfette e molte
volte non sono neanche buone. Per farti un esempio nei paesi, dove c’è la
persecuzione, molti fratelli rischiano e perdono la vita, proprio perché
vanno contro le regole di questi paesi; questo non vuol dire che in loro non ci
sia verità. Credo che usare in un profilo la frase «Dio è Amore» non vada
contro la Parola di Dio. In Giovanni 8,32 c’è scritto: «Conoscerete la
verità e la verità vi farà liberi». La libertà vera è una conseguenza della
verità! […] {25-07-2011}
Risposta (Nicola Martella): Non mi resta
che ripetere la mia massima sulla coerenza: «Chi pensa di conoscere la
verità, inizi dalla propria moralità!». Come si fa a dire «La libertà vera è una
conseguenza della verità», e a mentire di proposito, aprendo un account, che è
contro le regole del social network, che ci dà il servizio?
Quando
facciamo un account, Facebook ci chiede se abbiamo capito le regole e se le
accettiamo. Se diciamo di sì, ma le stiamo contravvenendo allo stesso
tempo, siamo spergiuri, bugiardi, fedifraghi, ecc. Ciò non s’addice a un
discepolo di Cristo.
Penso che
possiamo applicare anche qui questo principio della Scrittura: «Ogni anima si
sottoponga alle autorità superiori; perché non v’è autorità se non da
Dio; e le esistenti sono ordinate da Dio. Chi resiste perciò all’autorità, si
oppone all’ordine di Dio; e quelli che vi si oppongono, riceveranno un giudizio»
(Rom 13,1s).
Noi cristiani
dobbiamo assolutamente sottometterci alle regole imposte dalle autorità, per
essere credibili, quando chiediamo che si ubbidisca a Dio; solo così
saremo coerenti e una testimonianza per gli altri. Gesù stesso insegnò: «Chi
è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi; e chi è
ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi» (Lc 16,10).
Paolo scrisse: «Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che
talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato»
(1 Cor 9,27).
▬
Osservazioni (Liliane Vitanza Hoffer):
Grazie Nicola, ho fatto la stessa richiesta al mittente [= Voce Della Bibbia].
{25-07-2011}
Ciò, che a me
non piace, è di non sapere chi si nasconde dietro certi profili, che con
il loro titolo possono ingannare. Perché uno pensa di aver diritto al titolo
«Amore Incondizionato» o «Voce della Bibbia» o «Amici d’Israele» o simili più di
altri? Se si tratta di una chiesa o comunità, è un altra cosa. Se si tratta di
un gruppo è anche un’altra cosa. Ma per la persona individuale, vale il
riconoscimento: nome e cognome. {26-07-2011}
9. {Mirko Chiera}
▲
■
Contributo: Salve, innanzitutto il secondo
link è una sua invenzione personale, e a mio avviso attraverso quel sito
lei sta distorcendo la verità biblica, e a sua volta vorrebbe farsi
pubblicità alla sua dottrina. Credo però che su questa pagina [= «Amare
Dio»] sia cascato male, visto che ognuno di noi ha conosciuto la vera
verità, cioè Cristo Gesù. Sinceramente questa non è la mia pagina, ma ne ho
anche io una e le dico che questa non è un falso profilo. Ci sono tantissimi
profili che rappresentano un’associazione o un’azienda o una
corrente religiosa, ecc. ecc. Si informi meglio, e prima di lanciare
un’accusa e sventolare la propria giustizia, pensi un attimino prima di
scrivere. {25-07-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Questo,
purtroppo, non è un parlare da persona saggia, la quale prima verifica le
cose e poi risponde nel merito. Perché non leggi semplicemente le regole di
Facebook al link indicato? Lo rimetto qui per comodità: «Quali
sono i nomi consentiti?».
Che gli altri,
nella loro ignoranza in merito, sbaglino, significa che dovremmo farlo
anche noi, tanto più dal momento in poi che lo sappiamo? Ti lascio con
questo proposito biblico: «Siamo persuasi d’avere una buona coscienza,
desiderando di condurci onestamente in ogni cosa» (Eb 13,18).
▬
Replica 1 (Mirko Chiera): Se guardi bene,
su alcune pagine c’è anche scritto personaggio inventato, e se te lo permette
Facebook, perché lo devi vietare tu? E poi perché usi i passi biblici, se su
quel sito c’è tutto tranne che del cristiano? {25-07-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Vedo che le
cose sono peggio di quanto pensassi; qui manca anche il discernimento,
oltre che la saggezza. Nell’articolo indicato di face book è scritto che gli
unici account permessi devono essere personali e si deve solo usare nomi e
cognomi veri, senza titoli e altro. Poi, si possono aprire pagine e
gruppi (non account personali) con nomi vari, usando il proprio account
personale. Verifica!
▬
Replica 2 (Mirko Chiera): È chiaro che, se
io sono Mirko Chiera, e uso un’identità falsa, questo è illegale, ma questi tipo
di gruppi, che rappresentano un’associazione ecc., sono perfettamente
idonei, e anche sull’articolo di Facebook non risulta quello, che tu sostieni. E
comunque venire su questa pagina a fare la morale su questa cosa, è tipico di
chi vuole semplicemente provocare una reazione, ma come vedi oltre me, che
lavoro nel settore dell’informatica, non c’è nessun altro che vuole perdere
tempo appresso a queste francamente fesserie. Ciao. {25-07-2011}
▬
Risposta 3 (Nicola Martella): Siamo al
limite del paradosso; invece di ringraziare chi ci avverte, lo ricopriamo di
ludibrio. Sulla stessa pagina di Facebook leggo: «Gli account devono rispettare
tutti i seguenti standard di autenticità: Sono vietati i nomi falsi.
[...] Aziende, marchi e altre organizzazioni devono creare Pagine Facebook, non
profili personali» («Quali
sono i nomi consentiti?»). È chiaro ora?
▬
Replica 3 (Mirko Chiera): Va bene, hai
ragione tu. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Pietro Calenzo): Ha ragione
Facebook, Mirko Chiera. {25-07-2011}
10. {Salvatore Tarantino}
▲
■
Contributo: Facebook non è Cesare. È
sufficiente non volare via con la fantasia per risolvere tutta questa
discussione inutile. {25-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Ho affermato
già sopra che, quando apriamo un account, Facebook ci chiede se abbiamo
capito le regole e se le accettiamo. Se diciamo di sì, ma le stiamo
contravvenendo allo stesso tempo con cognizione di causa, siamo spergiuri,
bugiardi, fedifraghi, ecc. Ciò non s’addice a dei discepoli di Cristo, vero?
Gesù chiede a
ogni suo seguace di essere anche «fedele nelle cose minime», per
distinguersi da chi è «ingiusto nelle cose minime» (Lc 16,10), poiché
solo così gli verranno affidare le cose grandi. Perciò la coerenza deve
cominciare da noi, esercitandoci nella disciplina, affinché «talora, dopo
aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato» (1 Cor 9,27).
▬
Osservazioni (Davide Forte): Salvatore,
Nicola non ha torto a mettere in evidenza le regole di Facebook;
dopotutto anche la costituzione italiana prevede lo stesso regolamento. Poi non
dimentichiamo che dietro una figura sacra o un logo potrebbe nascondersi un
bambino o un adolescente, cosa punibile anche dalla legge se veniamo
sorpresi dalla polizia postale a dialogare con bambini. Ultimamente ho chattato
a lungo con una bambina di 12 anni e non lo sapevo, l’ho intuito e le ho
consigliato di non farlo più, perché potrebbe cadere nelle mani di un maniaco;
lei lo ha capito e mi ha ascoltato. Quindi, è buono essere trasparenti, è
sinonimo di sincerità. Io mi sono promesso di non accettare più amici con
immagini sacre, di fumetti e quant’altro. Pace. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Antonio Nappo): Giustissime
tutte le osservazioni. Inoltre le regole esistono, affinché la società sia
più giusta. Vivere senza leggi fa diventare fuorilegge. Cosa desideriamo: le
cose fatte con ordine o il disordine e il caos? Se ci definiamo cristiani,
e non lo siamo solo nominali, bisogna che imitiamo il nostro Dio, che è un
Dio di ordine; ed è anche un Dio di giustizia, che condannerà chi si
è condotto senza regole. {25-07-2011}
▬
Replica (Salvatore Tarantino): Davide, non
intendo giustificare né immagini sacre né azioni con quegli scopi illegali, ma
rimane il fatto che siamo chiamati a fare la volontà di Dio e a rispettare le
leggi dello Stato, quel tanto che basta per non far parlare male di Dio a
causa nostra. Rispettare le regole di Facebook è una faccenda privatistica,
che non riguarda né Dio né Cesare. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Antonio Nappo): Salvatore, in
ogni caso, se esiste un regolamento bisogna rispettarlo, viceversa si può
farlo presente e discuterne i punti. Disgiungere poi il comportamento su
Facebook da quello che c’impegniamo verso Dio, non lo capisco. Il riferimento
del credente deve essere sempre quel triangolo teologale: Dio, il mio
prossimo, io; e ciò in ogni aspetto della nostra vita. Se abbiamo creduto in un
Dio: onnipresente, onnipotente, onnisciente. {25-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Dio è sempre
presente ed è testimone anche dei patti privati (Gen 31,50), dei patti
politici (Ger 34,18s) e dei patti matrimoniali (Mal 2,14ss). Questa doppia
morale mi spaventa alquanto, specialmente se proviene da chi dovrebbe
ammaestrare altri.
▬
Osservazioni (Gaetano Santagata):
Iscriversi a Facebook, significa accettarne le regole, poiché nel momento
in cui diamo il nostro consenso si configura un’automatica e
volontaria riduzione della nostra libertà. Di conseguenza chi non rispetta
le regole di Facebook, o non è cosciente di quello che fa, oppure soffre
di una dicotomia schizofrenica, che muove la volontà prima in una
direzione e poi in un’altra diametralmente opposta, o comunque in contrasto con
la prima. Ad ogni buon conto, rispettare le regole è un dovere morale ed
è sicuramente da buoni cristiani. {25-07-2011}
▬
Replica (Salvatore Tarantino): In Genesi
31,50 Dio fu chiamato in causa con un giuramento. Non penso che chi
s’iscrive su Facebook presti giuramento. Non ha senso parlare di morale, che
è soggettiva, se essa non trova corrispondenza nella giustizia di Dio, che è
oggettiva. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Antonio Nappo): Salvatore, il
giuramento per il credente è l’impegno, che abbiamo preso con il
Signore nel giorno che abbiamo posto la nostra fede in Lui. E diventa oggettiva,
quando dobbiamo fare delle scelte in rapporto a quello, che diciamo di
essere. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Gaetano Santagata): Quindi,
Salvatore, stai dicendo che, quando dai il consenso a sottostare a delle
norme, puoi non sentirti moralmente obbligato a rispettarle? {25-07-2011}
▬
Replica (Salvatore Tarantino): Sto solo
dicendo che non potete imporre ai credenti delle regole, che Dio non ha
imposto. Potete considerarle soggettivamente validissime e moralmente
nobilissime, ma non biblicamente vincolanti. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Antonio Nappo): Allora,
Salvatore, le leggi che fa il governo possono essere evase? E cosa
significa «biblicamente vincolanti»? Cioè ciò, che stabilisce lo Stato, non deve
essere rispettato? {25-07-2011}
▬
Replica (Salvatore Tarantino): Per quanto
riguarda le autorità ci sono dei riferimenti biblici. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Antonio Nappo): Le autorità
sono volute da Dio; e fanno le leggi perché Dio è un Dio di ordine, e
siamo tenuti a rispettarle. {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Mario Mariano, ps.): Io credo
che il primo a trasgredire le regole sia Facebook, visto che fa le regole
e non le fa rispettare! Quindi, se l’account campa ancora, vuol dire che
a Facebook non glie ne freghi più di tanto! {25-07-2011}
▬
Osservazioni (Gaetano Santagata): Mario
Mariano, quello che hai detto, se permetti me la scrivo! Troppo forte! Perché
era una battuta, no!? {25-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Torniamo al
tema principale e lasciamo da parte la giudaizzazione del nuovo patto (quindi
della grazia), che possiamo riprendere in un altro momento.
Paolo scrisse:
«Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: Un patto, che sia
stato validamente concluso, sia pur soltanto un patto d’uomo, nessuno
l’annulla o vi aggiunge alcunché» (Gal 3,15). Quando si sottoscrive un
account, si entra in un contratto (o patto) e lo si fa dinanzi a Dio e agli
uomini. Chi scrive di approvare le regole del contratto di Facebook, ma le
infrange allo stesso tempo, è un fedifrago e bugiardo.
La doppia
morale consiste nel voler credere in Dio e, allo stesso tempo, nel fare ciò,
che è ingiusto, sottoscrivendo un contratto, che subito si disattende. La doppia
morale è separare le cose della fede dalle cose della vita, e perciò
predicando bene e razzolando male; ci si convince così che cose del genere a
Dio non interessino. La Parola parla in merito di «cuore doppio» (Sal
12,2 mentisce e lusinga; Sal 119,113 «Io odio gli uomini dal cuor doppio»)
o di «uomo d’animo doppio, instabile in tutte le sue vie» (Gcm
1,8).
Faccio anche
notare che i gestori di Facebook non verifica i milioni di account a uno
a uno, ma cancella tutti gli account falsi e non secondo le regole, quando
qualcuno li segnala.
▬
Replica (Salvatore Tarantino): La legge
italiana difende la dignità e finanche la privacy, della persona molto
più delle regole prestampate di un account di Facebook. {25-07-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Salvatore
Tarantino insinua che Facebook stia agendo contro la legge; ciò presume
che lo Stato italiano stia a guardare e che il Garante sulla privacy stia
disattendendo al suo dovere. Allora, se ha le prove, faccia un esposto al
Garante sulla privacy contro Facebook! Ciò è così fantasioso, che ogni altro
commento è inutile.
Non è
singolare che proprio chi ha i dieci comandamenti come icona, vuole la
giudaizzazione della grazia e l’ubbidienza ai comandamenti del vecchio patto
(ombre passate, visto che vige ora la «legge di Cristo»), poi è riluttante a
osservare e sostenere il patto o contratto sottoscritto con Facebook per
godere del suo servizio?! Si predica bene e si razzola male; tipica mentalità
dei giudaisti e legalisti di tutti i tempi.
11. {Alcuni casi}
▲
■
Lui e lei:
●
Nicola Martella: Sapevate che gli account con
doppio nome di due persone diverse sono proibiti da
Facebook?
●
Daniele-Lena Gattullo: No, non lo
sapevo e credo che questo «problema» ce l’abbiano in molti. Strano che Facebook
non avvisi di questo handicap. {26-07-2011} ●
Nicola Martella: Facebook ha
milioni di utenti e pensa che Daniele-Lena sia un nome doppio della stessa
persona! ●
Daniele-Lena Gattullo:Ok, il
nome di mia moglie è presente solo per quei pochi, che non sanno il suo cognome
da nubile, e quindi la cercano con quello da sposata. Per il resto io (Daniele)
utilizzo per il 95% dei casi questo account! E poi cosa dice la Bibbia sul
matrimonio?: «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie, e saranno una sola carne» (Genesi 2,24). Dio ci benedica!
{26-07-2011} ●
Nicola Martella:
È una buona «scusa» biblica, ma è poco credibile sul piano giuridico. Chi stipula un
contratto di servizio, rispetta le sue regole. Detto questo, ognuno poi agisce secondo la sua coscienza.
■
Psudonimo:
●
Fabrizio M. Kessern: Pseudonimo?
{26-07-2011} ●
Nicola Martella: Gli pseudonimi non
sono ammessi da Facebook, ma solo nome e cognome autentici!
■
Titolo religioso:
●
Apostolo Vincenzo Petrarca:
Scusa, perché nella bacheca tuo account trovo scritto «Nicola Martella (Apologetica)»? {25-07-2011} ●
Nicola Martella: Per distinguerlo
dall’altro «Nicola Martella (Edificazione)», laddove «(Apologetica)» e
«(Edificazione)» non fanno parte del nome e cognome, ma della designazione
alternativa, che Facebook permette e che esso mette poi insieme al nome e
cognome tra parentesi. Quindi ha fatto tutto Facebook. Nel tuo caso però, il
tuo account è fuori norma, poiché Facebook afferma che è proibito mettere
titoli insieme a nome e cognome. È ora chiaro? ●
Apostolo Vincenzo Petrarca:
Quindi se inserisco «Apostolo Vincenzo Petrarca» come nome alternativo, non sono fuori norma?
{26-07-2011}
●
Nicola Martella: Ti verrebbe
una singolare insalata — Vincenzo Petrarca (Apostolo Vincenzo Petrarca) —
ma sarebbe corretto per Facebook. Certo, se fossi io, rinuncerei del
tutto, come faccio, a ogni tipo di «fronzolo» religioso, ma per la tua libertà
sei responsabile tu. Spero che ti sia stato utile. Saluti e benedizioni in Gesù
Messia... ●
Apostolo Vincenzo Petrarca:
Grazie dell'informazione. {26-07-2011}
12. {Autori
vari}
▲
■
David Savino: Beh, chi viola
le regole è un fuorilegge, e ciò è peccato. Spero che il credente
continui a lottare per distinguersi dal resto del mondo, anche se questo
a volte comporta piccoli sacrifici!
Danke vielmal [= tante grazie],
Nicola! {24-07-2011}
■
Fortuna Fico: Mi trovi d’accordissimo,
infatti difficilmente accetto le amicizie di persone con nomi non propri,
a meno che non vengo avvertita di chi sono. Io non ho problemi a pubblicare nome
e foto mie, perché non ho nulla da nascondere o da vergognarmi!
{24-07-2011}
■
Paolo Jugovac: Concordo. Chissà perché,
capita che i cristiani si sentano esentati dal rispetto delle regole di
base. «Cosa vuoi che sia», ti rispondono, se glielo fai notare, dimenticando che
la Bibbia non considera per niente secondaria la fedeltà nelle piccole cose.
{24-07-2011}
■
Santina Rallo:
È vero, Nicola, ciò che
asserisci. A me disturba quando non danno il nome e cognome. Dovrei fare una
pulizia. Grazie! Shalom. {25-07-2011}
■
Damaris Lerici: Grazie, Nicola, per queste precisazioni. {24-07-2011}
►
Mentite spoglie con falso teologico {Nicola Martella} (A)
► URL
:
http://diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Facebook_falsi_account_EnB.htm
26-07-2011; Aggiornamento:
13-02-2012