1. LE QUESTIONI: Ciao Nicola, ti
avevo già scritto tempo fa sulla questione e vorrei proportela di nuovo. Gesù
spesso dice nel Vangelo di aiutare i poveri e prendersi cura dei
bisognosi, e ciò è fuori dubbio. Però, se leggi il libro Proverbi, molte massime
di Salomone sono contro i cosiddetti pigri e indolenti, che a causa della
loro condotta, finiscono in miseria. Quello che mi chiedo da molto tempo, è
quindi questo: come bisogna comportarsi di fronte a questi «poveri», i quali si
ritrovano nel loro stato per propria negligenza e scarsa voglia di
lavorare? Possono essere messi sullo stesso piano di dei diseredati e di
chi, in generale, si ritrova in condizioni svantaggiose per causa di forza
maggiore? Grazie.
{Daniele Mancuso; 27-04-2011} |
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2. ALCUNE RISPOSTE: Bisogna
distinguere i fannulloni, che vivono alle spalle degli altri, da persone,
che si sono veramente impoverite a causa di disgrazie inaspettate e
sventure esistenziali. Poi, ci sono dei veri e propri racket, che per
impietosire la gente usano anziani, handicappati e donne con piccoli bambini (li
tengono sedati).
Nelle chiese
al tempo del NT, c’era gente che non voleva lavorare, ma viveva alle spalle dei
fratelli. Paolo diede la seguente direttiva, se tali fannulloni erano credenti:
«E invero, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se alcuno
non vuol lavorare, neppure deve mangiare. Perché sentiamo che alcuni si
conducono fra voi disordinatamente, non lavorando affatto, ma
affaccendandosi in cose vane. A quei tali noi ordiniamo e li esortiamo
nel Signor Gesù Cristo che mangino il loro proprio pane, quietamente
lavorando. Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene. E se
qualcuno non ubbidisce a quel che diciamo in questa epistola, notatelo quel
tale, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni. Però,
non lo tenete per nemico, ma ammonitelo come fratello» (2 Ts 3,10s).
Penso che come
bisogna distinguere le vedove che sono veramente tali (1 Tm 5,3), bisogna
farlo anche per i poveri e indigenti. Ecco alcuni principi, che si possono
evincere da tale brano:
■ I primi a
dover intervenire sono i parenti diretti di tali persone (vv. 4.8).
■ Bisogna
distinguere coloro, che non ha altre risorse, da coloro, che si danno ai
piaceri (vv. 5s) e usano il tempo per essere lussuriosi, oziosi, cianciatori
e curiosi dei fatti altrui (vv. 11ss ).
■ L’intervento
dev’essere dapprima personale, senza gravare la chiesa locale (v. 16). A livello
personale e dovendo intervenire con le proprie finanze, si possono appurare le
situazioni reali.
Noi personalmente
abbiamo questa regola: non diamo mai soldi, ma solo da mangiare a chi ci
chiede aiuto.
Ecco un
aneddoto, che ci ha illuminati al riguardo. Alcuni decenni fa, eravamo in
Sicilia per evangelizzare. Un ragazzo si accostò a noi e raccontò una storia
pietosa e commovente del tipo: mio padre è in prigione, mia madre all’ospedale e
a casa non abbiamo niente da mangiare, eccetera. Per questo voleva soldi. Gli
proponemmo però di venire con noi al negozio di alimentari e gli facemmo fare
vari panini ripieni. Lui se n’andò, ringraziando. Lo seguimmo di nascosto per un
lungo tratto. Quando si sentì sicuro, si guardò nuovamente intorno, poi gettò
l’intera busta con i panini in una buca!
3. DOMANDE DI LAVORO (Le
seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire
l’argomento e per orientare la discussione):
■ Che cos’è
veramente un «povero» secondo la Bibbia?
■ Come fare a
riconoscere un «bisognoso» vero da uno, che ha la seguente filosofia di vita:
«Ama te stesso come il tuo
miglior prossimo
e vivi sulle spalle altrui»?
■ Che cosa ci
dice la Scrittura di fare verso coloro che sono veramente «indigenti»?
■ Quali sono
le tue esperienze in merito?
►
Aiutare i poveri? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL
:
http://diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Aiutare_poveri_EnB.htm
28-04-2011; Aggiornamento:
11-08-2014 |