«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

  Ecco le parti principali:

■ Entriamo in tema (il problema)

■ Uniti nella verità

■ Le diversità quale risorsa

■ Le diversità e le divisioni

■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LE SALE DI CULTO

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. Interpretazioni del luogo

     L’interpretazione della «sala di culto» è molto varia. Per gli uni è una specie di santuario o la «casa del Signore», dove si entra in punta di piedi e si sta attenti a ciò, che si dice o si fa, poiché il «Padron di casa» potrebbe offendersi. Non a caso, alcuni danno nomi liturgici alla propria sala di culto, ad esempio «tempio». Tali credenti dimenticano che a Gerusalemme i cristiani giudaici si radunavano nelle case, oltre ad andare nel tempio, fintantoché rimase in piedi. Altrove i cristiani si radunavano perlopiù solo nelle case, e non c’era alcun divario fra casa e chiesa. Il termine greco ekklesia significa «raduno, assemblea» e intende, quindi, i credenti e non un edificio. Sacralizzare un luogo, è pericoloso, poiché si divide la vita in sacro e profano, mentre l’intera esistenza del credente dev’essere santa. I credenti possono radunarsi dappertutto, e per loro non cambierebbe nulla nel loro culto. Le «sale di culto» sono uno strumento utile e non un fine; perciò, si può essere grati di avercele, poiché aiutano una comunione più ampia fra credenti, cosa che le case non offrirebbero, essendo in genere piccole.

 

Le sale di culto

 

2. Perché si va agli incontri di chiesa?

     I motivi perché si va al culto sono anch’essi vari. Alcuni vanno per comunione, quindi per curare i contatti umani e spirituali con altri credenti, per adorare Dio, per ricevere adeguato nutrimento spirituale e morale, incoraggiamento ed esortazione mediante la Parola di Dio. Altri, oltre a ciò, vanno per rincuorare, edificare e confortare altri, per servire ed esercitare i propri carismi. Una sala di culto è anche il luogo per socializzare, così da spezzare un po’ la solitudine e lasciarsi dietro alcuni problemi. Non mancano quei credenti, spesso immaturi, che vanno nella sala di culto specialmente per altri motivi: magari solo per vedere ed essere visti; specialmente per sapere le ultime novità e curiosità; per mettersi in mostra e appagare il proprio narcisismo; per ampliare il registro dei propri pettegolezzi infrasettimanali; per trovare motivi per lamentarsi su coloro, che sono coinvolti nel servizio; perché magari quel giorno c’è l’agape e si mangia insieme; perché, se si riesce a prendere la parola durante il tempo delle testimonianze, ci si può un po’ sfogare; e così via.

     Tu perché vai nella sala di culto della tua assemblea?

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Nicola Martella

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11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Ed essendo quotidianamente concordi nell’essere assidui nel tempio e nel rompere il pane nelle case, prendevano il cibo con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e avendo il favore di tutto il popolo. Il Signore vi aggiungeva quotidianamente i salvati» (At 2,46s; traduzione letterale; «rompere il pane» = «prendere un boccone»).

     ■ «E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo» (At 5,42).

     ■ «Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi» (1 Cor 3,16).

     ■ «Che dunque, fratelli? Quando vi radunate, ciascuno [di voi] ha un salmo, ha un insegnamento, ha una lingua, ha una rivelazione, ha una interpretazione. Ogni cosa avvenga per edificazione!» (1 Cor 14,26; traduzione letterale).

     ■ «Mentre io vi do queste istruzioni, io non vi lodo del fatto che vi radunate non per il meglio, ma per il peggio. Poiché, prima di tutto, sento che quando vi adunate in assemblea, ci sono fra voi delle divisioni; e in parte lo credo; perché bisogna che ci siano fra voi anche delle fazioni, affinché quelli che sono approvati, siano manifesti fra voi» (1 Cor 11,17ss; cfr. 1,11).

     ■ «Quando dunque, fratelli miei, vi adunate per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri» (1 Cor 11,33).

     ■ «Costoro sono delle macchie nelle vostre agapi, quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senz’acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati...» (Gd 1,12).

 

 

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11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

La «partecipazione» dimenticata {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Sale_di-culto_UnV.htm

01-09-2013; Aggiornamento: 05-01-2016

 

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