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L’IGNORANZA CHE FALSIFICA

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. Il cognome di Dante

     Come recita un proverbio, spesso «il diavolo sta nel dettaljo»! Il sommo poeta italiano, Dante Alighieri, se tornasse in vita sarebbe certamente contento che gli abbiano dedicato delle vie, ma gli prenderebbe subito un infarto a vedere spesso così storpiato il suo cognome in «Allighieri», come realmente è successo in varie parti d’Italia, ad esempio a Verona. Cercate «via Dante Allighieri» con un motore di ricerca (meglio tra le immagini) e vi accorgerete come viene storpiato il nome dello scrittore della «(Divina) Commedia», 2 Pietro 3,15sspesso proprio dalle agenzie immobiliari o dalle piattaforme di annunci. Lo stesso avviene anche in libri sul poeta fiorentino, ad esempio anche su una versione della «Commedia» illustrata nientemeno da Ugo Foscolo o in un «Dizionario dantesco» di Giacomo Poletto. Mi ha meravigliato quanti libri ci siano su «Dante Allighieri»! Ora, il caso di Dante può essere scusato, visto che egli si chiamava in effetti «Durante Alagherii(s)» poi volgarizzato, da Boccaccio in poi, in «Alighieri». Ma anche da qui alla doppia «elle» ce ne vuole. Eppure il suo cognome si è tramandato nella letteratura e nella toponimia — per ignoranza, per imitazione, per convenzione o per altri motivi — nelle due varianti.

 

2. Peggio è l’ignoranza scritturale

     Attenzione all’ignoranza nei confronti della Scrittura! Essa fa snaturare la verità e fa falsificare la realtà e la Parola di Dio. Ecco qui di seguito alcuni avvertimenti e alcune considerazioni.

 

     ■ La mancanza di conoscenza biblica fa errare nell’interpretazione biblica e nella pratica morale. «Gesù, rispondendo, disse loro: “Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio”» (Mt 22,29).

 

     ■ Le persone ignoranti rispetto alla Bibbia e moralmente instabili sono portate a travisare ciò, che la Parola di Dio afferma. Tale loro arbitrio costituisce anche la trappola per l’anima loro. «...come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In  esse ci sono alcune cose difficili a capirsi,  che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture» (2 Pt 3,15-16).

 

     ■ Il comportamento morale contorto, fa allontanare dalla verità e, ingannando, tende a snaturare ciò, che Dio afferma nella sua Parola. Non così è per i rigenerati, che tengono «alta la Parola della vita» (Fil 2,15). «Abbiamo rinunciato alle cose nascoste della vergogna, non camminando con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità, raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio» (2 Cor 4,2).

 

     ■ Chi vive con una condotta sincera, schietta e pura, come trovandosi dinanzi a Dio, parlerà così da parte del Signore, senza snaturare la sua Parola. «Noi, infatti, non falsifichiamo la parola di Dio come gli altri, bensì come per purezza, bensì come da parte di Dio, al cospetto di Dio, parliamo in Cristo» (2 Cor 2,17).

 

     ■ Chi diventa fazioso, tende a speculare e ad aggiungere a ciò che la Scrittura afferma. «Ora, fratelli, ho applicato queste cose a me stesso e ad Apollo a causa di voi, perché per nostro mezzo impariate a praticare il non oltre ciò, che è scritto, affinché non vi inorgogliate per l’uno contro l’altro» (1 Cor 4,6).

 

3. Aspetti conclusivi

     Sbagliarsi col nome di una via, è errato. Sbagliarsi con l’interpretazione della Scrittura è tragico e deleterio. Certo si può sorridere pensando a quell’anziano credente che, molti decenni or sono, parlando della presa di Gerico, confuse i «bastioni» con i «bestioni» e predicò sui pericolosi «bestioni di Gerico».

     Altra cosa è quando ci si sbaglia su questioni rilevanti per la «sana dottrina» e per la salute spirituale e morale dei credenti. Chi smarrisce la bussola spirituale, poi perde anche l’uso della livella morale. Chi seduce il suo proprio cuore, prima o poi snatura anche la Parola di Dio e diventa un falso maestro per gli altri, se non addirittura un seduttore di menti.

 

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I contributi sul tema

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1. Bruno Salvi

2. Donatella N. Festa

3. Pietro Calenzo

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12. Autori vari

 

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1. {Bruno Salvi}

 

1. Leggendo il proverbio, che dice «il diavolo sta nel dettaglio», ciò ricorda anche il veleno o l’amaro mischiato con lo zucchero. Nel vangelo di Giovanni 8,44b, Gesù rivela chi è il padre della menzogna. Pensare e praticare poi oltre ciò che è scritto, porta a essere contrari a colui che è l’Autore sacro della Parola di Dio. Penso che l’errore d’interpretazione dottrinale, quando non viene considerato alla luce della totalità della Scrittura, prende dimensioni devianti, che finiscono anche nel far nascere gruppi di persone, formando un cristianesimo misto di verità e di errore, festaiolo, spettacolare e di superficie. Vittime di errori d’interpretazione, ingannano se stessi e chi li segue, ascoltandoli. La Parola di Dio ci dona porzioni di Verità riguardo alla vigilanza e stabilità, che il signore offre ai suoi figli, per non essere sballottati dall’errore. Efesini 4,15 c’insegna che dobbiamo seguire la verità nell’amore. Nutriti correttamente nella totalità della Parola di Dio (Sal 119,160), cresciamo nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore, per non essere trascinati dall’errore (2 Pietro 3,17-18). Il rigenerato vigilante, nutrito dal Signore, non sarà colto di sorpresa. Possiamo stare fermi ed evitare gli sbandamenti, solo vivendo ancorati alla Parola vivente e permanente di Dio (1 Pt 1,23). Grazie Nicola! {18-01-2014}

     2. Quando ci si accosta alla Parola di Dio in modo superficiale, s’inciampa. Leggendo attentamente della tentazione di Gesù nel deserto, si nota nel vangelo di Matteo 4,6 che Satana non dice completamente come sta scritto in Sal 91,11, ma toglie la frase «di proteggerti in tutte le tue vie»! Oltre a relativizzare e aggiungere, in questo esempio toglie. {18-01-2014}

 

 

2. {Donatella Nancy Festa}

 

Condivido quanto scritto. Satana si traveste da angelo di luce ed è capace di mischiare verità e menzogna, citando le Scritture; lo fece anche tentando Gesù nel deserto. L’intelligenza del credente sta nel vagliare attentamente il significato delle parole del Signore e nell’attenervisi.

     Per sorridere un po’: ricordo di un simpatizzante al vangelo, che un giorno mi disse: «Ma al Signore, perché lo menavano sempre?» Lui aveva capito che il verbo «menare» stava per picchiare e non per condurre. {18-01-2014}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

1. Ho letto l’articolo, vorrei sottolineare anche in questa sede, che il Signore ama coloro, che si affaticano nell’insegnamento e l’esposizione delle Scritture, come insegna Paolo apostolo al suo diletto discepolo. E le Scritture affermano di crescere in fede e in conoscenza. {19-01-2014}

     2. Per alcuni credenti, e lo affermo con grande umiltà applicarsi allo studio e all’insegnamento della Scrittura, non è molto gradito. Infatti, si limiterebbe la guida dello Spirito Santo, e s’impoverirebbe la libertà totale dello Spirito Santo, in particolar modo nell’assemblea! Evidentemente a dir di questi cari, Paolo apostolo quando esortava Timoteo alla sana dottrina e all’insegnamento, forse errava?! Oppure le Sacre Scritture ci esortano a crescere in fede e conoscenza? La domanda è volutamente retorica. {19-01-2014}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Ivaldo Indomiti: Sano monito. {18-01-2014}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Ignor_falsif_Sh.htm

17-01-2014; Aggiornamento: 19-01-2014

 

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