«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

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«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1

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PRIMA ENTUSIASTI DALL’EVANGELO, POI IRREPERIBILI

 

 a cura di Nicola Martella

 

Chi non ha fatto l’esperienza di persone, che improvvisamente mostrano un grande interesse per Dio, l’Evangelo, la fede e la sana dottrina? Ci ascoltano volentieri, restano toccati e sembra che la luce sia penetrata nei loro cuori. Poi, quando hanno capito che bisogna riconoscere Gesù quale personale e unico Salvatore e Signore, per essere salvati, improvvisamente chiudono i battenti e diventano irreperibili. Vorrebbero la salvezza, ma senza troppi impegni, anzi senza prendere la propria croce e seguire Gesù, il Signore. Gesù invece disse: «Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me» (Mt 10,38; cfr. 16,24).

     «Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti», disse Gesù (Mt 22,14). A molti piace ascoltare parole belle, che consolano e incoraggiano, ma confrontarsi con Dio, con la propria coscienza e cambiare... questo proprio non lo vogliono.

     ■ Alcuni fanno come Felice, che «mandò a chiamare Paolo, e l’ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. Ma ragionando Paolo di giustizia, di autocontrollo e del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, replicò: “Per ora, vattene; e quando ne troverò l’opportunità, ti manderò a chiamare”» (At 24,24s).

     ■ Altri, che prima quasi ci assillavano con i loro problemi e per ricevere un consiglio, spariscono dalla circolazione e si rendono irreperibili, per non esporsi alla luce e per non dover confrontarsi con lo stato pietoso della propria vita. «E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Poiché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le opere sue siano manifestate, perché sono fatte in Dio» (Gv 3,19ss).

 

Come non pensare alla parabola del seminatore? (Mt 13,4ss). Il seme cade, ma il diavolo è abile a portarlo via, prima che germogli su tale terreno duro. Oppure mette radice, ma è presto seccato dal sole. O anche si vorrebbe «avere la botte piena e la moglie ubriaca», ossia si vorrebbe avere sì la salvezza, ma senza rinunciare agli interessi mondani e alle concupiscenze della carne, Dio e mammona insieme, e così via.

     Il cristiano biblico deve comunque continuare a essere sale e luce (Mt 5,13ss), un faro per coloro, che cercano la via. Ci sono coloro che entrano per la «porta stretta» e sono disposti a raggiungere la città sicura (salvezza) passando per la «via angusta» (Mt 7,13s). Ci sono coloro, che sono disposti a prendere il «giogo» della signoria di Cristo, per trovare riposo alle loro anime (Mt 11,29s).

     Perciò, invece di rincorrere gli irreperibili, bisogna continuare a spandere il profumo della conoscenza di Cristo: «Noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo fra quelli, che sono sulla via della salvezza, e fra quelli, che sono sulla via della perdizione: a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita» (2 Cor 2,15s).

     Perciò bisogna continuare ad annunciare la «via della salvezza» (At 16,17). Bisogna farlo col seguente programma: «Siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,15).

 

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► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Entusiasti_irreperibili_OiG.htm

30-07-2013; Aggiornamento:

 

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