«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

  Ecco le parti principali:

■ Entriamo in tema (il problema)

■ Uniti nella verità

■ Le diversità quale risorsa

■ Le diversità e le divisioni

■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DECISIONI NELLE CHIESE LOCALI

 

 di Nicola Martella

 

Pari consentimentoQuesto scritto risponde ad alcune questioni sollevate da un lettore a proposito dell’articolo «La chiesa è una teocrazia?».

     In alcune chiese odierne le decisioni sono solo di vertice (monocratiche), e la comunità le deve accettare passivamente; in pratica, una oligarchia religiosa tratta da minorenni il resto della chiesa. Può anche succedere che i «pochi» al vertice si aggiustino le cose a seconda della loro convenienza e del loro interesse di lobby (p.es. decideranno diversamente se sono coinvolte altre persone o i loro propri familiari).

     In altre chiese le decisioni vengono prese a maggioranza, come se essa da sola fosse espressione della volontà di Dio. Qui hanno un ruolo le posizioni personali, la capacità di alcuni convincere gli altri con la dialettica, il sentimento e il desiderio del momento, gli interessi personali, ecc. Se si ripetesse la stessa consultazione a distanza di un certo periodo, si arriverebbe addirittura a una decisione opposta.

     In Atti 15 esiste un principio applicabile ancora oggigiorno riguardo a come prendere le decisioni importanti nella chiesa: l’unanimità fra guide e chiesa e la convinzione, che Dio abbia guidato in ciò col suo Spirito, in corrispondenza con la sua volontà, rivelata nella sacra Scrittura. Di là dalle parole che si possano usare, per comunicare alla chiesa locale il proprio convincimento di guide della comunità, il riferimento ad Atti 15 ha il senso di indicare verso tale metodo e tale unanimità spirituale. Il punto centrale della questione è questo: Nelle importanti decisioni, che le guide prenderanno, non devono soltanto esprimere la loro convinzione spirituale (qualunque sia la fraseologia usata; At 15,25.28), ma devono cercare anche il pari consentimento nella chiesa (vv. 22s). È in questo importante equilibrio che Dio manifesterà la sua volontà. In tal modo, si eviteranno decisioni sia corporative e monocratiche, sia basate su maggioranze variabili.

     Bisogna certamente guardarsi dai clericalismi sempre riaffioranti e che reclamano per sé una presunta investitura teocratica. Bisogna altresì guardarsi dai democraticismi, in cui decisioni spirituali vengono prese a maggioranza; così facendo, ossia decidendo con un voto, i saggi, gli spirituali, i maturi e i responsabili hanno tanta voce in capitolo come gli stolti, i carnali, gli immaturi e i faziosi.

     Per l’approfondimento rimando a uno studio dell’espressione «pari consentimento» nel NT: Atti 1,14; 2,46; 4,24; 5,12; 8,6; 12,20. Si vedano qui anche le espressioni «di un solo animo / cuore» (At 4,32; Rm 15,6), «gli uni gli altri» (Rm 12,10; 13,8; 15,7; Gal 5,13ss; 6,2; Ef 2,2; 4,25.32; 5,21; ecc.).

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Pier Luigi Prozzo

2. Pietro Calenzo

3. Maurizio Marino

4.

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

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1. {Pier Luigi Prozzo}

 

Contributo: Ciao, Nicola. Cosa ne pensi tu, se potremmo ancora oggi tirare a sorte sulla base di Atti 1,15-26 ? {30-11-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Questo faceva parte del costume giudaico. A noi sfuggono il tipo preciso di sistema e l’intera procedura usati allora. Inoltre, ciò avvenne in Atti 1, quindi prima dell’avvento storico dello Spirito Santo sugli apostoli. Avendo oggigiorno la sacra Scrittura e la guida dello Spirito Santo, diffiderei da tali metodi per le chiese odierne. Ciò lascerebbe sempre insoddisfatti alcuni, creerebbe un senso di perplessità e lascerebbe anche pensare alla possibilità di manipolazione. E ciò vale specialmente quando la cosa o la persona scelta con la sorte, risulta, poi, nel tempo, inefficace, inaffidabile o fallimentare. Nonostante ciò, la persona scelta con tale metodo può appellarsi al fatto di essere stato direttamente eletto da Dio e che, perciò, nessuno lo possa deporre dal suo incarico. Inoltre, tutto ciò rende passivi i credenti, li deresponsabilizza e li rende pigri nella ricerca esegetica della volontà di Dio, accompagnata da confronto e preghiera.

     A ciò si aggiunga che in tutto il resto del NT, in cui bisognava prendere una decisione e/o eleggere qualcuno, non venne mai menzionato un tale metodo (cfr. At 6; At 15; 1 Tm 3; Tt 1).

 

 

2. {Pietro Calenzo}

 

Dal punto di vista scritturale, penso che ogni cristiano biblico, non possa che condividere la pronuncia nella conferenza gerosolimitana di Giacomo, del fratello di Gesù. Il punto focale, è il seguente: Nelle decisioni che ogni assemblea locale deve pur pronunciare: «fin dove è l’uomo?!». A mio modesto parere, premesso che tutti siamo sacerdoti di Cristo, è pur vero che non tutti abbiamo la medesima maturità e gli stessi carismi. Come, dunque, ci si deve muovere, decidere e deliberare? Far precedere ogni agire da preghiere comunitarie e private è basilare, così come l’ascoltare gli anziani, i credenti più maturi... e perché no, consultarsi con gli anziani, dottori e diaconi di una qualche assemblea vicina (se necessitasse). Vagliare il tutto alla luce della Scrittura (il che appare pacifico, ma non sempre è scontato) e parlare pronunciandosi con la pesante e importante certezza e consapevolezza che si agisca nel nome del Signore, in favore o per la crescita della Chiesa di Dio, che è il suo gregge, e che noi ne siamo membri per sola grazia del Sommo Pastore, Gesù Messia. Benedizioni. {30-11-2011}

 

 

3. {Maurizio Marino}

 

Contributo: L’importante è essere chiari e onesti e non fare come alcuni conduttori che, a seconda dell’interesse, adottano «il pari consentimento», ma poi agiscono in base alla maggioranza o «monocraticamente».

     Riguardo a ciò, ho vissuto una esperienza completamente negativa. Di fronte a una decisione importante i conduttori della mia chiesa di provenienza avevano deciso di cercare il «pari consentimento», ma poi, nella pratica, essi hanno deciso sulla base della maggioranza.

     Forse ci siamo troppo abituati alla politica mondana, in cui gli «inciuci» sono all’ordine del giorno; ma nel Regno di Dio dovrebbe essere diverso. Critichiamo tanto la chiesa romana, ma poi facciamo allo stesso modo!? Nella chiesa del Signore non dovrebbero esserci «inciuci». {01-12-2011}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Condivido il pensiero del fratello Maurizio Marino.

 

Risposta (Nicola Martella): Chiaramente il nostro compito è di analizzare le Scritture per trovare principi validi anche per la prassi ecclesiologica attuale. Poi, tali principi dobbiamo applicarli con onestà e senza calcolo «politico», evitando di aggiustarci le cose secondo convenienza, ma ricercando con imparzialità e irreprensibilità ciò, che piace al Signore e rappresenta il bene reale dell’opera di Dio.

     Sia le decisioni forzate, sia quelle monocratiche, sia quelle di una «democratura» (dittatura camuffata da democrazia), sono deleterie per la chiesa e l’opera di Dio, poiché svelano l’arbitrio e il capriccio di una «oligarchia religiosa», capace di manipolare la massa a proprio vantaggio con gli artefici della dialettica, ora in un modo, ora in un altro.

 

 

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12. {Autori vari}

 

Nunzio Nicastro: Gloria a Dio per il buon equilibrio biblico. Preferisco il pari consentimento e non la maggioranza vince o la minoranza vince. Ribadisco quanto da te affermato sul «“pari consentimento” nel NT: Atti 1,14; 2,46; 4,24; 5,12; 8,6; 12,20. Si vedano qui anche le espressioni «di un solo animo / cuore» (At 4,32; Rm 15,6), gli uni gli altri (Rm 12,10; 13,8; 15,7; Gal 5,13ss; 6,2; Ef 2,2; 4,25.32; 5,21; ecc.)». Maranatha. {01-12-2011}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Decisioni_chiese_UnV.htm

02-12-2011; Aggiornamento:

 

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