Forse non avresti
mai pensato che una strategia per vincere il dubbio lancinante (o altri simili
problemi) abbia a che fare con l’ostrica!? Leggendo l’intero scritto, lo
saprai.
1. Il problema
Chi non ha mai
avuto, mangiando, una spina o scheggia in bocca, che ha ferito la mucosa?
I batteri hanno infettato la micro-lesione, e da essa è diventata una piaga
dolorosa. Il dubbio fa similmente nella mente del credente e penetra
sempre più in profondità.
2. La strategia
dell’ostrica!
L’ostrica non
ha mani e piedi. Per così dire, consiste in una grande bocca, all’interno di una
superficie coperta di madreperla, in cui si trovano tutti gli organi vitali. Un
qualsiasi oggetto, che si annida nelle mucose, può provocare infezioni, che
possono condurre a gravi malattie e anche alla morte. L’ostrica, non avendo
estremità e non potendo quindi estrarre tale corpo estraneo, ha sviluppato una
strategia particolare contro tale problema. Ricopre di madreperla l’oggetto
pericoloso! Il risultato di tale procedimento è la perla!
3. Fa’ come
l’ostrica!
Permettetemi
un’allegoria. Immagina che l’ostrica sia la «fede» e che la scheggia
sia il «dubbio», che a volte ti prende «sotto schiaffo». Allora la
fiducia in Dio combatte tale incertezza e tutte le sue conseguenze (p.es.
indeterminatezza, preoccupazione, ansia, timore, esitazione), rendendo tutto ciò
inoffensivo, portandosi alla mente le promesse di Dio. Il risultato di
tale procedimento è maggiore consapevolezza, maggiore fermezza e la presenza di
Dio. Impara dall’ostrica! Trasforma una vulnerabilità in un punto di forza.
4. Domande di
lavoro: ▪ 1. Quale forza hanno i dubbi nella tua vita? ▪
2. Nel passato ti
sei fatto infettare da essi? ▪ 3. Come hai imparato a vincere i dubbi nella tua
vita? ▪ 4. Quali sono stati i risultati? ▪ 5. Che cosa si dovrebbe ancora fare,
per non essere un credente dall’«animo doppio», che i dubbi sconfiggono
facilmente?
5. Per
l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare
la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al
tema):
■ «Ma
chi ha dei dubbi riguardo a ciò, che mangia, è condannato, perché la sua
condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è
peccato» (Rm 14,23).
■ «Ora,
senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve
credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano» (Eb
11,6).
■ «Se
poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio...Ma la chieda con
fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare,
agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa
dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie»
(Gcm 1,5-8).
■ «E
abbiate pietà degli uni, che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal
fuoco» (Gd 1,22s).
■ «Le
armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di
distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò, che
si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero
ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo» (2 Cor 10,4s).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Luigi Malingonico}
▲
■
Contributo: Non tutte le ostriche
sviluppano una perla, come la fede in generale non sconfigge il dubbio.
Il problema fondamentale è «come usare» la fede. La fede, a differenza della
Parola, è un arma difensiva; e pur avendola, se non la si sa maneggiare,
è impotente. Sbaglio? {14-07-2014}
▬
Nicola Martella:
Le ostriche sviluppano una perla, laddove vengono ferite da un corpo
estraneo, che rimane conficcato.
Anche la Parola
di Dio, come la fede in Cristo, è un’arma di attacco e di difesa; non a
caso viene chiamata la «spada dello Spirito» (Ef 6,17; cfr. Eb 4,12),
mentre l’elmo è protettivo («l’elmo della salvaguardia»).
■
Luigi Malingonico: Amen! {14-07-2014}
2. {Andrea Angeloni}
▲
■
Contributo: Caro Nicola,
inconsapevolmente (?) hai redatto questa analisi e involontariamente vi è un’anima
gravata da questi «sintomi» nell’ovile della comune chiesa: IO. Ti
ringrazio, perché, nonostante stia purtroppo convivendo (a fasi alterne) con
fobie sociali, che condizionano e limitano la mia persona, mi hai ricordato
che il Signore guarisce ogni ferita e opera per il nostro bene, se
riponiamo completa fiducia in Lui. I dubbi sono i macigni, che ci scaglia
addosso il nemico, per scoraggiarci. La vita è un’arena colma di ostacoli;
e per il credente è fondamentale indossare l’intera armatura, così da
resistere agli attacchi e, con fierezza, essere fermi in Lui. Ti ringrazio,
caro fr. Nicola, perché mi hai stimolato in un momento d’impasse. Col Signore
al nostro fianco possiamo guarire e guardare avanti con ottimismo e fiducia.
Ciò nonostante, è importante la preghiera e la piena comunione con il
nostro Signore; e chiedo anche a voi, cari fratelli, di pregare insieme a me e
per me. Dio ci renda forti, pronti per affrontare il cammino della vita, per
essere dignitosamente uomini e testimonianze viventi di Cristo Gesù. Pace
e benedizioni a voi tutti e grazie ancora, Nicola, perché il Signore ti ha
guidato e attraverso te ha parlato al mio cuore. {14-07-2014}
▬
Nicola Martella: Caro Andrea, usando la
strategia dell’ostrica, trasforma la tua «scheggia (o spina) nella carne» (2
Cor 12,7), in una perla, confidando in quanto ha detto il Signore: «La mia
grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella
debolezza» (v. 9).
3. {Pietro Calenzo}
▲
Penso che esistano tre tipi di dubbi,
che la madreperla deve ricoprire, per non far infettare la ferita, anche e in
primo luogo sulla scorta dei preziosi passi delle Scritture da te citati. Tutti
sono pericolosi e da evitarsi. Vi è il dubbio del credente nominale o
addirittura agnostico (pessima ferita, che il più delle volte va in cancrena).
Poi, vi è il dubbio dottrinale, che si palesa in tutta la sua patologia,
allorquando non conoscendo a fondo le Scritture, si vuol pontificare (anche in
questo caso, la madreperla deve lavorare molto e con pazienza). Per ultimo, vi è
il dubbio o lo sbandamento del credente che, in qualche occasione del suo
vissuto, sbanda di fronte a eventi o momenti difficoltosi, a volte al limite
della nostra resistenza. Generalmente questa è la ferita meno pericolosa, ma va
ugualmente curata con iniezioni ricostruenti di madreperla. Ecco la terapia:
intensa comunione fraterna, cura pastorale degli anziani, preghiere intense
personali e possibilmente comunitarie, il tutto condito con una verace intensa e
reale comunione fraterna, magari indirizzando il credente astenico alla lettura
di passi scritturali, che gli forniranno, senza dubbio, tutte le risposte, che
abbondantemente provvede la eterna Parola di Dio, ma che forse in qualche caso
vengono soffocate da prove più o meno dure. Pertanto la perla di gran valore,
a mio intendere, può indifferentemente essere indirizzato a Gesù o alla fede
nella sua Parola e nella sua Persona sempre fedele. Benedizioni in Gesù il
Signore. {15-07-2014}
4. {Bruno Salvi}
▲
■
Contributo: Grazie, Signore, per il tema che hai messo nel cuore del caro Nicola. A questo
tema Dio, nella persona dello Spirito Santo, tiene in modo particolare, essendo
Lui che prepara, per i meriti di Cristo Gesù, la sua chiesa su questa terra, che
diventerà la sua Sposa. Cosi presto vedremo ciò che Egli (attraverso i figli di
Dio) avrà fatto.
L’invito al
tema, proposto dal caro fr. nel Signore, Nicola Martella, mi da l’occasione di
esprimere questo pensiero, che ora mi appresto a scrivere. Abbiamo una parabola
sulla «perla di gran valore» in Matteo 13,45-46. Ma entriamo in tema,
come si suol dire.
La perla
è il risultato di una ferita prodotta nel mollusco da un corpo estraneo, come un
granello di sabbia. L’ostrica emette una secrezione, che un po’ alla volta
ricopre il corpo estraneo indurendosi completamente.
Considerando
questa procedura, non è difficile vedere nella chiesa questa perla, come
risultato dell’opera di Cristo sulla croce.
Gesù Cristo
per creare e avere la sua chiesa, quella che sarà la sua Sposa, ha dovuto
soffrire, e sopratutto morire! Dal suo costato trafitto uscì sangue e
acqua (Gv 19,34). Versando il suo sangue, cioè donando la propria vita, Egli
ha acquistato la chiesa (Atti 20,28; Efesini 5,25-27). Cosi Egli ha dato
tutto se stesso per farci suoi.
Essendo così
preziosi ai suoi occhi e al suo amore, niente e nessuno potrà più separarci
da Lui (Rm 8,38).
Quindi
possiamo dire che la «perla di gran valore» siamo noi, la chiesa, presto
Sposa del grande, eccelso, unico e onnipotente Dio degli eserciti, Gesù Cristo!
Egli è l’invincibile che ha vinto per noi alla croce!
Grazie, Gesù. Signore! Se vogliamo,
abbiamo sempre e continuamente tante motivazioni per adorarti e ringraziarti!
Amen! {16-07-2014}
5. {Nicola Martella}
▲
▬
Nicola Martella:
Concorde sul contenuto dei contributi di Pietro Calenzo e di Bruno Salvi, esprimo il mio pensiero su alcuni dettagli, che
non sono oggetto di discussione qui. In Matteo 13,45s la similitudine non è tra la «perla di gran valore» e la
chiesa, Gesù o la fede, ma tra il «regno dei cieli» e un «mercante,
che va in cerca di belle perle». Ora, il «regno di Dio» non coincide con la
chiesa o assemblea; si tratta del regno del Messia, dove entreranno anche i
credenti precedenti alla chiesa e quelli, che si convertiranno successivamente
al rapimento, durante il «giorno del Signore». Altresì la «Sposa di
Cristo» (in realtà è la «Sposa dell’Agnello», Ap 19,7; 21,9) non si limita alla
chiesa, comprendendo anche i credenti dell’antico patto. Tornando alla
parabola, Dio, per costituire il suo regno, va in cerca delle anime da
aggiungere e investe tutto in tale progetto. D’altra parte, chi vuol entrare nel
regno di Dio, deve puntare tutto su si esso (cfr. Mt 10,27ss; 16,24ss; Lc 9,62;
18,28ss).
6. {Vincenzo Russillo}
▲
Nota redazionale:
Qui il lettore risponde alle domande presentate sopra.
■ 1. Quale forza
hanno i dubbi nella tua vita?
I dubbi mi
hanno portato spesso a rimanere immobilizzato e a essere frustato.
■ 2. Nel passato
ti sei fatto infettare da essi?
In passato,
sono stato come il famoso Tommaso, pervaso da molti dubbi, come ad
esempio: Dio esiste? La Bibbia è infallibile? Come posso confidare in Cristo,
sapendo di essere una persona che ha commesso degli errori? Sono dubbi
rilevanti, che spesso possono condizionare le nostre vite.
■ 3. Come hai
imparato a vincere i dubbi nella tua vita?
Per vincere i
miei dubbi, innanzi tutto mi sono rivolto a Dio e mi sono arreso a Lui. Il
dubbio è spesso solo una cortina di fumo per un cuore, che vuole giocare
secondo le proprie regole. Dio ha dato prove sufficienti che Gesù Cristo è
Colui, che ha affermato di essere. Se i dubbi derivano dal peccato e dalla
ribellione, non sarà possibile vederli rimossi, fino a quando non ci si
pente e si presenta il proprio cuore a Gesù come Signore. Quindi, il primo passo
per affrontare il dubbio, è quello di trasformare il peccato e la ribellione
contro Dio. Bisogna riconoscere Dio come il Sovrano Creatore di questo
universo, che ha il diritto di governare la nostra vita. Bisogna riconoscere che
Gesù Cristo ha offerto se stesso come il sacrificio necessario, per
conformarsi al giusto giudizio di Dio. Bisogna accettare Cristo come tuo
Salvatore e Signore. Cedendo il proprio cuore a Lui, rimuoverà molti dubbi.
Guardo alla
persona e all’opera di Cristo stesso. L’apostolo Pietro ci dice che Cristo ci ha
lasciato un esempio da seguire (1 Pietro 2,21), ogni qual volta mi sono sentito
smarrito, ho rinnovato la mia visuale concentrandomi su Gesù.
Mi concentro
sulle promesse di Dio. Nei momenti di sconforto o di solitudine, è facile
che le nostre emozioni prendano il sopravvento e che il dubbio s’insinui nella
nostra mente. Per questo motivo è utile un «aggiornamento» attraverso la Bibbia,
che mi aiuti a focalizzare la mia mente sulla promesse di Dio, eliminando ogni
pensiero che possa essere d’inciampo.
■ 4. Quali sono
stati i risultati?
I risultati
non sono stati sempre immediati. Tuttavia, ho imparato a confidare in Cristo
giorno dopo giorno; potrebbe essere un paradosso, ma ho imparato a perdere il
controllo su molte cose. Ovvero, ho visto che Dio è Sovrano e che Lui è in
controllo. Concentrandomi, su ciò che Dio può fare per me, mi ha aiutato a
catalizzare le mie azioni su obiettivi positivi e altresì a prendere decisioni
secondo la sua volontà.
■ 5. Che cosa si
dovrebbe ancora fare, per non essere un credente dall’«animo doppio», che i
dubbi sconfiggono facilmente?
Giacomo ci
dice che dobbiamo chiedere a Dio la saggezza «nella fede, senza dubitare»
(1,6), e che colui che dubita è «un animo doppio, instabile in tutte le sue
vie» (1,8). Il termine greco, letteralmente, vuole dire un uomo «doppio
d’animo». Si riferisce a un uomo, il cui cuore è diviso tra la fedeltà a
Dio e le lusinghe del mondo. In altre parole, non è sicuro che vuole conoscere
la sapienza di Dio, perché egli non è pienamente impegnato a sottomettersi a
essa. Vorrebbe avere la sapienza di Dio per la propria situazione, ma prima
d’impegnarsi e sottomettersi a essa, ha bisogno di scoprire se gli piace. In
altre parole, fa shopping per le risposte, che si adattano quello,
che vuole fare. Se la sapienza di Dio suona bene, la seguirà; ma se la saggezza
mondana suona meglio, seguirà quella. Giacomo dice che una tale persona non
riceverà nulla dal Signore.
Quindi,
anziché concentrarsi solo sulla comprensione teorica, dovremmo concentrarci
sulla saggezza biblica, per sapere cosa fare nella vita pratica in
obbedienza alla volontà rivelata di Dio. Lo stolto in Proverbi non è
l’uomo, che è mentalmente deficiente, ma piuttosto l’uomo che è moralmente
carente. Egli ignora i comandamenti di Dio e vive secondo la saggezza umana.
L’uomo saggio vive in obbedienza a Dio. Così egli mette abilmente insieme
una vita, che è bella dal punto di vista di Dio. Così afferma Bibbia: «Ecco,
temere il Signore, questa è saggezza,fuggire il male è intelligenza» (Giobbe
28,28; vedi anche Sal 111,10).
Per natura,
tutti noi crediamo di essere autosufficienti: «Mamma, per favore, posso
farlo da solo». Si ha un marcato senso di individualismo. Fa parte della
nostra cultura idolatra che la persona forte pensi di poter fare tutto da sola,
perché l’orgoglio è endemico per il cuore umano.
Per venire a
Dio, dobbiamo essere umili e ammettere che non sappiamo fare tutto da soli per
vivere con gioia di fronte alle prove. In realtà, un motivo principale
che Dio manda prove, è umiliarci dal nostro orgoglio, in modo che noi possiamo
guardare a Lui. Nella chiesa di Laodicea, gli orgogliosi pensavano di essere
ricchi e di non avere bisogno, ma dal punto di vista di Dio erano disgraziati,
miserabili, poveri, ciechi e nudi (Ap 3,17). Quindi, un prerequisito per
ottenere la sapienza di Dio è quello di riconoscere la nostra mancanza di
saggezza. {02-09-2014}
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {Autori
vari}
▲
■
Salvo Ragusa: Questa è sapienza. {14-07-2014}
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Vince_dubbio_S23.htm
14-07-2014; Aggiornamento:
04-09-2014 |