«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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  Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:

■ Gli aspetti generali

■ La consulenza

■ Gli aspetti dottrinali

■ I problemi della consulenza

 

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  Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Ecco le parti principali:

■ Consulenza specifica

■ Approfondimento delle problemati-che

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■ Dizionarietto dei termini

■ Fogli d’analisi

■ Excursus: Rimostranze verso fratelli 

 

► Vedi al riguardo le recensioni.  

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PREGHIERE STRUMENTALI

 

 a cura di Nicola Martella

 

«È cosa buona corrispondere ai “prega per me”. La preghiera e l’intercessione sono una risorsa, ma non una scorciatoia, specialmente quando c’è da conoscere la volontà di Dio, per compierla. Le preghiere di coloro, che sono male informati, biblicamente ignoranti, doppi di cuore, disubbidienti o che fanno la loro propria volontà, non sempre arrivano al trono di Dio. Dio non dev’essere sempre neppure d’accordo con le nostre scelte; ma a noi deve sempre interessare di sapere il suo pensiero, anzi la sua volontà, per compierla» (Nicola Martella).

 

Ecco alcune tipologie di persone, che pregano o chiedono agli altri di intercedere per loro. Alcuni pregano (e chiedono intercessione) senza voler cambiare nulla. Altri vivono drammi, ma tacciono, senza cercare consiglio. Altri ancora si portano una pentola in ebollizione dentro, ma dissimulano e non chiedono aiuto. Ci sono quelli che fanno delle scelte secondo la propria volontà e poi chiedono a Dio di benedirle. Ci sono quegli altri, che sono ingiusti o sono causa dei mali altrui (p.es. in famiglia), eppure fanno «splendide» preghiere nelle riunioni. Si potrebbe parlare anche di quelli, che chiedono intercessione, spesso senza dire per che cosa. E così via.

     Pregare Dio per sé o intercedere per qualcuno è certamente una cosa buona per ogni credente. Tuttavia, ci sono tante preghiere inascoltate laddove non si è disposti a farsi rinnovare dal Signore e a compiere la sua volontà. Si fa bene a pregare, tuttavia, laddove ci sono problemi personali e interpersonali irrisolti, si fa bene ad appianarli, chiaramente con uno spirito di preghiera. Se non si fa così, si mettono inutili pesi sugli altri, a cui si chiede di intercedere, senza volersi smuovere di un millimetro. Allora si dà alito di pensare che per tali credenti la preghiera è di per sé come una specie di bacchetta magica.

     Se un credente ha problemi, che non riesce a risolvere da solo, si trovi un consulente spirituale, serio e competente e di cui si ha fiducia; con lui potrà parlare e discutere riguardo alla sua situazione e potrà, altresì, pregare con lui. La via normale per un credente è rivolgersi ai conduttori della propria chiesa. Se si tratta di un problema specifico, di cui essi non hanno competenza, col loro consenso ci si potrà risolvere a una persona, che si stima e che sia capace di consigliare al meglio.

     In ogni modo, se si continua a fare cose ingiuste, le preghiere diventano soltanto un esercizio religioso senza efficacia. La devozione senza l’etica biblica è come pedalare su una bicicletta senza catena di trasmissione: l’attività illuderà senza ottenere risultati.

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

Entrata abusiva     ■ «Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite» (1 Pietro 3,7).

     ■ «Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo oscillante, instabile in tutte le sue vie» (Giacomo 1,7s).

     ■ «Non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male, per spendere nei vostri piaceri» (Giacomo 4,2s).

     ■ «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto razionale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà» (Romani 12,1s).

     ■ «Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo» (Matteo 6,9s).

     ■ «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta» (Lc 22,42).

     ■ «Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”» (2 Corinzi 12,8s).

     ■ «Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate» (Matteo 6,7s; cfr. vv. 31ss).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Luisa Lauretta

2. Abele Longo

3. Lucia Onesino

4. Vincenzo Russillo

5. Marisa Fichera

6. Pietro Calenzo

7. Salvatore Paone

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Luisa Lauretta}

 

Contributo: Sono pienamente d’accordo Nicola. Alcuni ti dicono anche: «Prega tu per me, perché Dio ti ascolta!». No comment! {30-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Si vede che alcuni di noi abbiamo il numero del telefono privato di Dio! Volentieri lo riveliamo a tutti; esso è «1 Cr 5,20»: «Essi gridarono a Dio, che li esaudì, perché s’erano confidati in Lui». Funziona come numero anche «Dt 30,9s»: «L’Eterno si compiacerà di nuovo nel farti del bene… perché ubbidirai alla voce dell’Eterno, che è il tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi precetti scritti in questo libro della legge, perché ti sarai convertito all’Eterno, al tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua». Se sono occupati, funziona come numero anche «Gr 29,12ss»: «Voi m'invocherete, verrete a pregarmi e io v’esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; e io mi lascerò trovare da voi, dice l’Eterno».

 

 

2. {Abele Longo}

 

Contributo: Sono totalmente d’accordo, Nicola. La preghiera deve sempre essere accompagnata dall’azione, altrimenti rischia di diventare l’alibi di una situazione spirituale statica e improduttiva. Il fatalismo di colui, che aspetta, ma che non compie scelte concrete di fedeltà al Signore, non giova a nulla, per non dire che è dannoso in tutti quei casi da te citati. {30-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Nella «preghiera di Mosè, uomo di Dio», egli parlò di una vita caduca e passeggera. Egli non si abbandonò, però, allo sconforto esistenziale, a piangersi addosso, all’inerzia o al fatalismo. Al contrario, alla fine, chiese con insistenza stabilità per meglio agire: «La grazia del Signore, Dio nostro, sia sopra noi, e rendi stabile l’opera delle nostre mani; sì, l’opera delle nostre mani rendila stabile» (Sal 90,17).

 

 

3. {Lucia Onesino}

 

Contributo: Pregare, orare, parlare con Dio... è comunicazione reciproca. Chiedere e ascoltare, tramite le risposte, che vengono dalla Parola e da credenti maturi. Se la preghiera non è comunicazione e ascolto, ma solo richiesta credo sia un’attività superstiziosa e «magica», molto lontana dal pregare insegnatoci dai Salmi e da Gesù. Tutti, presi dall’urgenza, rischiamo di esprimere solo richieste a Dio — anche a me succede purtroppo — ma, in genere, dovremmo guardarci da questo e prendere del tempo per comunicare con Dio, meditando la Parola e stando in silenzio alla sua presenza. Occorre tempo contro la fretta, umiltà contro la pretesa di sapere le risposte prima ancora di averle. Il nostro cammino con Dio, comunicare con Lui è impegnativo, ma è la cosa più gratificante ed entusiasmante per un figlio di Dio. {30-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Riguardo alla preghiera nelle religioni si pratica un «fast food» ripetitivo e verbalmente superfluo. La fede biblica richiede uno «slow food» variegato e a piccole dosi, meglio se intercalato dall’esercizio della fede nell’ubbidienza e nel servizio. È una buona ricetta anche contro «l’obesità devozionale».

 

 

4. {Vincenzo Russillo}

 

Contributo: Il Salmista dice: «Se nel mio cuore avessi tramato il male, il Signore non m’avrebbe ascoltato» (Salmo 66,18). A volte, in molte situazioni Dio non interviene, perché vi è un peccato, che si frappone tra noi e Lui, vi sono situazioni, in cui dobbiamo avere discernimento, per eliminare ogni attrito; oppure dobbiamo chiedere il consiglio di una persona saggia, per riuscire a prendere le giuste scelte e vedere le cose in un’altra prospettiva, per poi agire secondo i dettami di Dio. Mi è capitato, ad esempio, di avere dei conflitti con alcune persone, ho pregato affinché le cose potessero cambiare. Ma nulla è cambiato, finché non ho riconosciuto la mia parte di colpa. Un vero soldato di Cristo, nel pregare, dovrà vedere qual è la volontà del proprio Generale celeste e poi eseguire gli ordini. Solo così si potrà affrontare al meglio la scuola della fede. {31-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Altrove ho scritto quanto segue. Alcuni credenti si lamentano a volte che la corrente della comunicazione con Dio sia interrotta o che il flusso delle benedizioni divine non ci lambisca più.

     Essi fanno come quei contadini, che non hanno vigilato e hanno permesso si castori di abbattere e gettare tronchi e rami nel fiume, finché creano una vera diga. Allora l’acqua tracima per le terre limitrofe e crea una specie di lago. Il contadino si lamenta della siccità del fiume, ma non gli viene neppure in mente di andare a controllare gli argini a monte, a individuare e togliere gli ostacoli alla corrente.

     Così fanno anche vari cristiani con la loro vita; poi però si lamentano che Dio non gli risponda più e che la corrente delle sua benedizioni non arrivi più a loro.

 

 

5. {Marisa Fichera}

 

Contributo: Condivido in parte questo scritto. È altresì dovere cristiano intercedere per «tutti»; nel momento del bisogno non possiamo escludere nessuno. Se s’intercede, ad esempio, per la nazione, pensa un po’ non tutti sono figli di Dio, ma pure s’intercede, perché è un comandamento del Signore. Comunque, ognuno renderà conto a Dio del suo operato nascosto o evidente, Il Signore ci aiuti. Pace. {30-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Nell’articolo, si parla del rapporto fra credenti. Neppure ha affermato che non bisogna intercedere. Si tratta di un monito a pregare correttamente e poi ad accompagnare la preghiera con l’azione pratica, che elimini le cause a monte e che spesso impediscono al Signore di esaudire certe preghiere.

 

Replica (Marisa Fichera): Sì, infatti, ho capito e condivido. Non so, l’ho inteso troppo diretto; forse ho inteso male. Di nuovo pace, grazie. {31-05-2012}

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Contributo: Amen, Nicola, è un’analisi molto attenta ed acuta. Il Signore ci aiuti a praticare i vari aspetti della preghiera secondo la sua volontà; e parlo in primo luogo a me stesso, ad essere disciplinati alla teologia delle ginocchia. Benedizioni. {31-05-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Alcuni fanno scelte secondo alla propria volontà e poi chiedono agli altri credenti di intercedere, perché Dio le benedica. Essi pregherebbero volentieri: «Padre nostro… sia fatta la mia volontà come in terra, così anche nel cielo».

     Una volta un fratello tedesco molto anziano mi ha detto all’incirca: «La “ginocchiologia” è la migliore teologia, che preferisco (o so praticare)».

 

 

7. {Salvatore Paone}

 

Contributo: Un fratello in una preghiera disse: «Signore, insegnami a pregare, fa’ che le mie parole siano sospinte dallo Spirito Santo e che possano salire al trono della grazia». Credo che nessuno di noi sia veramente capace di pregare come si conviene, se non fosse per mezzo dello Spirito Santo, che ci sospinge e le rende perfette. Il vero problema è, come giustamente l’articolo mette in evidenza, la nostra vita spirituale, come viviamo il cristianesimo, se siamo in simbiosi con Dio, se Dio è il nostro Signore o solo un idea di salvezza; quest’ultimo caso renderebbe l’uomo solo un religioso e non un «rinato». {01-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): È scritto: «Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili» (Rm 8,26). Spetta noi, però, mettere a posto la nostra vita, perché le nostre preghiere arrivino al trono di Dio. L’aria calda sospinge l’areostato in alto. Tuttavia, la zavorra la devi buttare giù da solo, se vuoi che la mongolfiera prenda quota.

 

 

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12. {Vari e brevi}

 

Antonio Capasso: «Se nel mio cuore avessi avuto l’iniquità, il Signore non m’avrebbe ascoltato» (Salmo 66,18). {30-05-2012}

 

► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Prega_strument_EnB.htm

30-05-2012; Aggiornamento:

 

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