Quando ho visto
questa immagine in rete, ho dovuto dapprima pensare alle buone intenzioni
dell’autore, che intendeva esprimere così i suoi sentimenti e convinzioni: «I
love God», «Amo Dio».
Riflettendoci
sopra, ho dovuto pensare a quei versi di una canzone, ascoltata tanto tempo fa:
«Ho scritto “T’amo” sulla sabbia, ma il vento a poco a poco se le portata via
con sé…”». Quindi, un’impresa effimera per dichiarare un amore
passeggero.
In tale
immagine la minaccia verso tale dichiarazione d’amore per Dio non viene solo dal
vento, ma dall’onda, che laverà presto tutta la scritta. A distanza di ore nulla
resterà di ciò. Quindi, scrivere sulla sabbia in riva al mare, è la cosa più
effimera che si possa fare. Vale sì per un momento, un’ora o poco più. Spesso è
così la fede mistica degli entusiastici: grandi slanci per pochi momenti,
per poi dimenticare Dio nella vita concreta, quando è richiesto il timore di
Dio, la sottomissione a Lui e l’ubbidienza alla sua volontà.
Al riguardo ho
dovuto pensare alla grande differenza con la teologia biblica.
Nell’Antico Testamento leggiamo quanto segue.
■ Dio scrisse
il suo nome e la sua Testimonianza (o Costituzione), ossia il Decalogo sulle
tavole di pietra (Es 20).
■ L’Eterno
fece scrivere il suo nome e le parole della sua legge sull’intonaco
dell’altare, eretto sul monte Ebal, cosicché tutti le potessero leggere (Dt
27,1-8).
■ Nella Parola
di Dio «amare Dio, non significa esprimere soltanto un sentimento
mistico, ma tale espressione compare tante volte unitamente ad altre, che
mostrano che cosa s’intenda: affinché tu ama l’Eterno, lo serva, ubbidisca
ai suoi comandamenti, eccetera. Anche Gesù affermò dinanzi ai suoi discepoli che
chi lo amava, doveva essere pronto a osservare i suoi comandamenti.
L’apostolo Giovanni esprimeva il fatto che chi afferma di amare Dio, lo mostra
osservando i suoi comandamenti.
Scrivere i propri
sentimenti per Dio sulla sabbia, sebbene sia romantico, è il luogo
peggiore che si possa scegliere, per fissare un impegno per sempre. Meno
male che non lo hanno fatto i salmisti e tutti gli autori di preghiere nella
Bibbia. Il luogo migliore per scrivere i propri sentimenti per Dio, è sulle
tavole del proprio cuore, un cuore ubbidiente e sottomesso a Cristo. Allora
tale scritta resisterà ai venti del dubbio e alle mareggiate della vita.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
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1. {Salvatore Canu}
▲
■
Contributo:
«Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo
paragono a un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Cadde
la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su
quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque
invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato a un uomo
stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero
le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò
e la sua rovina fu grande» (Mt 7,24-27).
Sicuramente chi
ha scritto sulla sabbia, non lo ha fatto con amore. Certo è però che basta una
semplice ondata, o calamità, o difficoltà in questo mondo... Se la
fede è superficiale, da essere scritta sulla sabbia, è bene che ci fermiamo,
pieghiamo le nostre ginocchia e chiediamo al Signore perdono per essere uomini
di poca fede! {10-08-2012}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Chi ha scritto tale cosa sulla sabbia, può averlo anche fatto
con impeto e passione verso Dio; non è questo il punto. Prima di essere
lavata dalle onde, tale scritta può anche essere stata notata da qualcuno,
a cui ha parlato lì per lì o a cui è risultata strana.
Il punto è che i nostri propositi, i nostri impegni, perché non siano
dimenticati, bisogna inciderli sulla roccia o su materiali stabili, non
sulla sabbia. Infatti, è scritto: «E questi comandamenti, che oggi ti do, ti
staranno nel cuore... Te li legherai alla mano come un segnale, ti
saranno come frontali tra gli occhi, e li scriverai sugli stipiti della
tua casa e sulle tue porte» (Dt 6,6-9). Si tratta quindi di luoghi
visibili, dove non possono essere cancellati con facilità e dove attirino
continuamente l’attenzione e ci esortino a mantenere gli impegni presi.
2. {Antonio Strigari}
▲
■
Contributo:
Caro fratello Nicola, sinceramente penso che se quella scritta proviene
da un cuore sincero, il mare e il vento potranno cancellarla dalla
sabbia, e altre persone non potranno leggerla ma nel cuore di Dio rimarrà
in modo indelebile... per sempre. {10-08-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella):
Ho iniziato,
parlando delle «buone intenzioni dell’autore». Ammetto però che scrivere
sulla sabbia «Amo Dio (o Cristo)», può servire a una brevissima
«evangelizzazione», premesso che la gente capisca, prima che tale «trattato
di sabbia» venga spazzato via dal vento e dalle onde.
Sono
comunque dell’opinione che il luogo migliore, dove scrivere l’amore per Dio, sia
quello di una vita coerente con la sacra Scrittura. Allora i venti e le tempeste
della vita non faranno mai crollare la «casa» di chi è ubbidiente alla Parola
(cfr. Mt 7,24ss).
3. {Maurizio Ruffino}
▲
■
Contributo:
Però, forse un senso la scritta sulla sabbia ce l’ha. Un senso
simile a quello che Gesù ha voluto dare al suo scrivere sulla terra,
quando gli scribi e i farisei gli condussero la donna adultera (Gv 6,8).
{11-08-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella): Ho
iniziato parlando delle «buone intenzioni dell’autore». Per poter
paragonare ciò a quel che Gesù scrisse in terra, bisognerebbe sapere il
contenuto di tale scritta. Personalmente mi piace pensare che Gesù scrisse
il comandamento rivolto ai maschi: «Non praticare l’adulterio» (Es
20,14), e anche: «Non concupire la moglie del tuo prossimo» (v. 17); in
ebraico sono pochi segni consonantici. I Giudei, però, avevano portato lì
soltanto la donna, per lapidarla.
Quindi, non vedo una similitudine fra le due cose.
Ammetto però, come ho già scritto sopra, che scrivere sulla sabbia «Amo Dio (o
Cristo)», può diventare una specie di «trattato di sabbia» che, se
capito, può stimolare qualcuno alla riflessione, fintantoché non venga spazzato
via dal vento e dalle onde.
Ho altresì già ribadito che una vita coerente con la Parola
di Dio e in ubbidienza a essa, sia il modo migliore per «scrivere» l’amore per
Dio. Chi è radicato così sulla roccia, venti e tempeste della vita non la
potranno far crollare (Mt 7,24ss).
▬
Replica (Maurizio Ruffino): A me piace invece
pensare che Gesù abbia scritto: «Non giudicare», o: «Beati i
misericordiosi»; proprio perché era di fronte alla folla giudicante.
Comunque sono d’accordo con te sul valore di una vita ubbidiente
alla Parola, ma penso che forse, all’occasione, valga la pena anche di
scrivere sulla sabbia, e poi lasciare al Signore il compito di seminare
sulla terra buona. {11-08-2012}
4. {Michele Attruia}
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■
Contributo: È bella la tua
riflessione. Certamente il mare ha cancellato da tempo quella scritta, ma
l’autore avendola fotografata (immortalata) e immessa in rete, l’ha fatta
vivere per sempre. Questa foto gira da almeno due anni e continua a far
riflettere. Per cui anche se il mare l’ha portata via, qui è ancora
efficace! {11-08-2012}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Questo è il paradosso della tecnologia: le cose fatte
per un momento, se immortalate in una foto, vengono rese perpetue... per chi
accede a esse, casualmente o apposta, e le capisce. Cose scritte sulla roccia o
sulla pietra, sono lì per sempre e ogni passante le può vedere, leggere e
rifletterci sopra.
Giorni fa sono
stato nuovamente in un cimitero in Germania, in cui sono seppelliti vari
nostri famigliari tedeschi, e molte delle tombe sono di credenti evangelici: è come
aprire la Bibbia e leggere su quelle lastre di pietra le promesse di Dio
per i suoi figli, le loro attese e le loro certezze di fede.
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11. {Vari
e medi}
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Patrizio Brandi: Dio ti benedica, fr.
Nicola; è una bellissima riflessione, che ci porta a considerare seriamente come
e fino a che punto amiamo veramente il Signore. Dio riempia il nostro
cuore con il suo amore per mezzo del suo Spirito, affinché il nostro amore
per lui sia profondo e concreto, non fatto di parole o di scritte, che
vengono portate via dal vento. Che il nostro amore per il Signore sia senza
ipocrisia. {11-08-2012}
■
Giuseppe Messina: Sulla sabbia scrissi «ti
amo», poi il mare accompagnato dal vento cancellarono la scritta; solo dopo mi
accorsi che un’altra mano scrisse nel cuore: «Dio ti ama». {11-08-2012}
■
Edoardo Piacentini: Grazie, caro Nicola,
per la tua riflessione molto edificante. Condivido appieno ciò, che scrivi: è
proprio così, «il luogo migliore per scrivere i propri sentimenti per Dio, è
sulle tavole del proprio cuore, un cuore ubbidiente e sottomesso a Cristo.
Allora tale scritta resisterà ai venti del dubbio e alle mareggiate della vita».
Un forte abbraccio nell’amore del Signore. {13-08-2012}
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Salvatore Paone: È un bello esempio e
sopratutto è collegato molto bene alla fede cristiana, quella vera però.
Insomma, ogni cosa che si fa sulla sabbia, è segno di poca durata. Vedi
la casa fondata sulla sabbia. {17-08-2012}
12. {Vari
e brevi}
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Alaimo Calogero: Quello, che hai scritto, mi
piace, bravo. {11-08-2012}
■
Anna Maria Maiore: Grazie per questa
riflessione ♥ {11-08-2012}
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Paola Forte: Il Signore è tanto grande, non c’è un altro uguale a Lui. Grazie Gesù {11-08-2012}
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Amo_Dio_sabbia_EdF.htm
17-08-2012; Aggiornamento:
18-08-2012 |