Forse ci sentiamo
di trovarci in una situazione di stallo e la nostra libertà di movimento
è ridotta come quella di una galeotto in prigione. Oppure ci sentiamo in tilt
come un vecchio flipper. Forse tutto è sospeso intorno a noi, aspettando
chi l’anima gemella, chi la chiamata a un lavoro, chi una risposta, che possa
dare una svolta alla propria vita. Aspettiamo che Dio muova la prima
tessera del domino, affinché tutte le altre cadano in una reazione a catena.
Secondo la legge della relatività, ogni attesa ansiosa fa diventare pure i
momenti un’eternità, e noi diventiamo impazienti. E questo specialmente se
le cose intorno a noi non vanno per nulla bene. Ci sentiamo sotto pressione.
Gli altri si aspettano che ci diamo da fare e troviamo una soluzione. Ci
additano come incapaci, fannulloni, oziosi, poltroni e chi più ne ha, più ne
metta. Aumentano solo il panico e l’ansia. Ci sentiamo osservati speciali nella
stretta gabbia di un zoo o in una camicia di forza, fatta delle attese
degli altri.
Come credenti
in Cristo dobbiamo rimanere fiduciosi nel Signore anche quando le nebbie
salgono e ci tolgono la visuale al momento. Ognuno ha le sue nebbie al momento,
costituite dalla sua situazione e dai suoi problemi. L’esperienza insegna che al
di sopra delle nuvole il sole continua a splendere comunque, e presto il sole le
farà dileguare o un vento favorevole le spazzerà via.
Nessuno sa quando avverrà il momento risolutivo. Tuttavia, proprio
l’esperienza della fede ci mostra che a un certo punto il credente guarda
indietro e può piantare la sua «pietra del soccorso» (Eben-Ezer) a monumento,
dicendo: «Fin qui ci ha soccorsi l’Eterno!» (1 Sm 7,12). Che tale momento
venga presto per tanti, che aspettano la soluzione di Dio e il cambiamento
positivo!
Intanto,
invece di arrugginire nel porto, mettiamoci in viaggio con la nostra
nave; il Signore sarà capace di farci cambiare rotta al momento opportuno.
Inoltre, facciamo bene a seguire questo consiglio del Signore: «Chiedete
e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque
chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa» (Mt 7,7s).
Mi fermo qui,
preferendo dare spazio ai lettori con le loro riflessioni e le loro
esperienze in merito.
Per
l’approfondimento si vedano anche i seguenti temi:
►
Il tenace non molla {Nicola Martella} (T)
►
Eccellere nei limiti posti {Nicola
Martella} (T)
►
Oltre i propri limiti {Nicola Martella} (T)
►
Semina bene oggi! {Nicola Martella} (T)
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I contributi sul tema
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(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
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1. {Andrea Angeloni}
▲
Quando la nave è
attraccata al porto per troppo tempo, il timoniere finisce per dimenticare
la brezza del vento nelle rotte marine intraprese e le avventure in pieno mare.
Certo non deve affrontare i venti impetuosi della tempesta, ma ciò è
irrilevante, perché è a terra e staziona lì.
La Parola ci
indica questo: «La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida
nel Signore è al sicuro» (Pr 29,25). La paura, lo sappiamo, ci blocca. Ecco
perché queste parole sono estremamente valide. Nel momento, in cui prendiamo
coraggio e decidiamo di ripartire, ricordiamoci di non guardare troppo in
là; conosciamo la mèta e, perciò, affrontiamo gli ostacoli giorno dopo giorno,
con risolutezza e fiducia in Dio. Gesù ha detto: «Non siate dunque in
ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a
ciascun giorno il suo affanno» (Mt 6,34).
La mia nave è ripartita!
{19-10-2016}
2. {Franco Cicala}
▲
Questa è la mia
storia dal gennaio 2013 ad oggi. Ho subito un infarto con angioplastica
di due coronarie. In seguito, durante il periodo estivo, per le tante medicine è
arrivata anche la depressione. Un fratello medico in psichiatria mi ha
lasciato intendere che erano le medicine la causa della depressione. Ho lodato
il Signore per questo e ho chiesto alla chiesa di pregare. Nel periodo della
depressione, chiedevo a Dio l’aiuto e, dopo qualche tempo, mi pose sulla mia via
tale fratello medico. Io e mia moglie percorremmo 150 km, andando a Foggia, dove
lo incontrai. Per la grazia di Dio sono stato rialzato.
Nel maggio del
2014 ebbi un’altra crisi. Dopo essere stato al pronto soccorso e dopo che
i medici avevano riscontrato che non era in atto un altro infarto, mi
consigliarono di fare una coronografia. Questo avvenne dopo sette giorni; e
quando fu fatta la coronografia, scoprirono che avevo un’aorta occlusa al 99%.
E il cardiochirurgo mi disse che non potevo più rientrare in corsia, ma che ero
in terapia d’urgenza salva vita.
E così poco
dopo fui operato e mi misero due bypass. In sala operatoria sul tavolo
ebbi modo di rassicurare i medici che ne sarei uscito vivo, perché Gesù
avrebbe usato la loro bravura e professionalità e che io amo Gesù e leggo la sua
Parola. Prima di addormentarmi del tutto il cardiochirurgo mi disse queste
testuali parole: «Sa, signor Francesco, in questo momento impera in questa sala
una presenza divina». Tutto è andato a gonfie vele per la grazia del
Signore.
In questo anno
(2016), ho avuto nuovamente una leggera depressione, sempre dovuto ai
farmaci; e ciò avvenne a giugno, quando doveva sposare il mio secondo figlio,
dovevo presenziare alla cerimonia in sala e portare il messaggio della Parola di
Dio. Non ho mollato di un centimetro, ho chiesto ad un fratello anziano
di aiutarmi in preghiera, perché se lo avessi reso pubblico avrei sconfortato
mia moglie e tutta la famiglia, che stavano vivendo momenti gioiosi. Dal canto
mio non mancavano le lodi al Signore e le richieste, pensando che tutto si
sarebbe risolto, ma non è stato così.
Tutto è andato
nella gioia più grande per gli altri; e a me erano riservato piccole
soddisfazioni, è bastato la grazia di Dio per vivere quei giorni, anche perché
avevo scoperto alcuni effetti collaterali di un farmaco, che portava
depressione con vampate di calore.
Ma in seguito
ho reso pubblico alla mia famiglia e alla chiesa il tutto e, dando gloria a Dio
per l’aiuto e la forza, che mi aveva riservato.
Il farmaco,
come detto, l’ho cambiato da solo; e dopo una recente visita cardiologica, hanno
confermato il cambiamento adatto al problema.
Per la grazia
di Dio continuo insieme ad altri fratelli con il «Progetto 2020», che
cominciai all’inizio del 2010; giro con loro per la Puglia,
evangelizzando, testimoniando, distribuendo letteratura e soprattutto non
mollando.
Carissimo
Nicola, tu dici «Il tenace non molla». Per me la vita terrena senza del
Signore non ha senso; e vado avanti, nonostante le mie debolezze e cadute,
piccole o grandi che fossero. Eben-Ezer. {20-10-2016}
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11. {Vari e medi}
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Daniela Spitale:
Anche a
me è capitato! Ad un certo punto, l’ansia e la paura mi hanno
dominata. Ero stanca e sfinita! Ma il Signore è buono, e cercandolo e
ringraziandolo e poi affidandomi completamente a Lui, mi ha guarita da
queste mie debolezze, che cercavo invano di controllare. Sto imparando a
fidarmi di Lui completamente, in tutte le circostanze della mia vita. E
sento che agisce in me! Non è un Dio invadente, vuole che ci abbandoniamo
completamente a Lui! È meraviglioso!
{20-10-2016}
12. {Vari e brevi}
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Giovanni Angelo Spadafora:
Chi
guarda a Gesù Cristo, il Signore, non traballa; e l’oceano non gli fa paura,
perché Dio gli è vicino! Gloria e lode a Dio!
{20-10-2016}
►URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Fid_camb_S23.htm
19-10-2016; Aggiornamento: 20-10-2016 |