1. ENTRIAMO IN TEMA:
La poesia, che ho scritto e che si trova sull’immagine, si accorda con quanto
scrisse lo scrittore romano Lucio Anneo Seneca (4 a.C.-65 d.C.): «Aliena
vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt», che a senso significa: «Abbiamo
davanti agli occhi i vizi altrui, mentre i nostri ci stanno dietro». Anche lo
scrittore russo Leo Tolstoi scrisse: «Se solo si riuscisse sempre a
vedere, a tempo debito, la trave nel proprio occhio, quanto saremmo migliori!»
(1828-1910). È un po’ come la storia della due bisacce: ognuno guarda
alla propria davanti (propri pregi), dimenticando quella di dietro (i propri
difetti), che solo gli altri vedono. Solo chi si guarda lealmente negli occhi,
può apprezzare anche i pregi altrui. Tuttavia; questo discorso gli instabili
di carattere non lo comprendono; e allora, invece di esercitare la misericordia,
che pretendono per sé, diventano spietati proprio con chi li ha spesso aiutati.
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2. L’INCOERENZA DEGLI INSTABILI:
Nella mia lunga esperienza ministeriale ho potuto constatare la singolarità che
proprio gli instabili reclamino fatti nella vita altrui. Si tratta di
persone instabili in tutte le loro vie, che un giorno stanno nelle stelle,
un altro dì li trovi nelle stalle. Nei giorni migliori sembrano «supereroi»,
poi diventano immancabilmente l’ombra di se stessi. Periodicamente vanno in
crisi, sono confusi o, addirittura, danno di testa. Allora, li devi
incoraggiare, edificare e risollevare.
Eppure, appena si risollevano, entrano
nella loro «fase eroica», tipica dell’adolescenza umana e spirituale, e
cominciano a mettere sotto pressione gli altri, a casa propria come fuori di
essa. Per pareggiare, in qualche modo, con la loro instabilità caratteriale, si
mettono a cercare difetti negli altri, specialmente in chi li aiuta
periodicamente. Per una specie di tortuosità mentale, arrivano addirittura ad
attribuire i loro mali, o almeno parte di essi, proprio a chi li soccorre
periodicamente.
3. VIZI MENTALI DEGLI INSTABILI:
Essi non si rendono conto dello sgambetto mentale, che gli instabili fanno a sé
stessi. Invece di emendare la loro propria vita e di acquistare stabilità
mentale, spirituale e morale mediante la grazia del Signore e un costante
cammino di fede, cercano le «pagliuzze» nella vita altrui, le incollano
insieme e le fanno apparire nella loro mente (e spesso agli altri) come enormi
pachidermi. Così si sentono «edificati» e reclamano coerenza e fatti nella vita
altrui. Tuttavia, tale depistaggio, conscio o inconscio che sia, non
risolve il loro problema! Essi rimangono instabili, con una vita a yo-yo, dalle
stelle alle stalle e ritorno. Spesso sono piccoli dittatori senza autorità, con
una doppia faccia: una in casa e una fuori casa. Poi vanno in tilt come
un flipper, e bisogna riaccenderli. La loro vita va in stallo, e aspettano che
qualcuno li tiri fuori dalla loro mediocrità umana, morale e spirituale.
Tuttavia, prima o poi, fanno terra bruciata intorno a sé. Allora, oramai soli e
infelici, si ricorderanno di chi li ha soccorsi, oppure li incolperanno di
essersene andati per sempre, senza che vi sia più chi li tiri fuori dal pantano
periodico della loro instabilità.
4. ASPETTI CONCLUSIVI:
Può apparire strano, ma gli instabili si sentono improvvisamente «eroici»,
quando trovano qualcuno, contro cui accanirsi. Per questo si scelgono
periodicamente un bersaglio appetibile. Certamente sono esperti nell’ammantare
la loro fragilità caratteriale e la loro carnalità con finti motivi spirituali
(cfr. Aaronne e Maria contro Mosè in Nu 12,1ss). Non si rendono neppure conto
che, in tal modo, stanno imbrogliando proprio se stessi, poiché non riescono a
distinguere più il bene e il male, l’amaro e il dolce, il giusto e l’ingiusto.
Così facendo, oltre al danno che fanno agli altri, è la loro vita che diventa
sempre più contorta.
Si spera che, prima o poi, cada la
maschera dell’ipocrisia dalla loro faccia, e riescano a vedersi per quello
che sono. Sarebbe bene che si rendano conto a tempo che, un giorno, saranno da
soli dinanzi al tribunale di Cristo, con le loro pagliuzze e le loro
travi negli occhi, dove renderanno conto solo di se stessi, senza poter
depistare da sé, senza attenuanti, senza poter pareggiare, presentando le
«pagliuzze» altrui. Si spera che la loro mente muti prima di tale gran giorno,
così la loro condotta.
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Banderuole e l’instabilità caratteriale {Nicola Martella} (T)
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Incoer_instab_Mds.htm
06-05-2015; Aggiornamento: |