«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

Crescita personale (generale)

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1

  È ciò che dicono gli altri su Gesù.

  Ecco le parti principali: Gesù nei mass-media

Gesù fra teologia e filosofia

Gesù fra filosofia e ideologia

Gesù fra ideologie e religioni

Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2

  È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

  Ecco le parti principali:

Gesù nella Bibbia e nella storia

La questione giudaica

Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)

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Vedi al riguardo le recensioni.

Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’AMOR DI DIO NON SIA ALIBI PER L’ARBITRIO

 

 di Nicola Martella

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Vedo ogni tanto, che qualcuno posta il seguente motto anonimo: «Non posso vantarmi del mio amore per Dio, perché spesso vengo meno. Ma posso vantarmi del suo

amore per me, perché non fallisce mai».

     In ciò c’è del vero, perché non potremo mai amare Dio così come dovremmo e come Egli si aspetta. Inoltre, è Dio che ha preso l’iniziativa d’amore (Gv 3,16), e cioè quando eravamo ancora peccatori (Rm 5,8). Infine, noi amiamo Dio, perché appunto Egli ci ha amati per primo (1 Gv 4,19). Posso immaginarmi che l’autore di tale affermazione, pur mettendocela tutta per amare il Signore e ubbidire a Lui, si sia reso conto del limite del credente. Attenzione però ai facili alibi, per coprire i propri comportamenti sbagliati!

 

Vantarmi

 

2.  FALSA IMMAGINE DI DIO E DEL SUO AMORE: C’è però un’altra categoria di persone. L’esperienza in tanti anni di servizio per il Signore e vari casi di cura pastorale, però, mi hanno fatto rendere conto che alcuni prendono l’amore di Dio come alibi, per continuare a vivere nel peccato e nell’arbitrio morale. Essi fanno magari del male al prossimo, si accaniscono contro altri credenti, e non di rado alcuni danneggiano l’opera del Signore e la testimonianza con il loro cattivo comportamento; ma nei discorsi e nelle belle preghiere, che fanno, reclamano l’amore di Dio per sé. Creandosi un Dio a propria immagine, pensano che tanto il Signore li amerà lo stesso e li perdonerà, appena faranno una richiesta verbale in preghiera. Questa è una pericolosa «pia illusione»! Devo pensare a quei due «credenti», che praticavano insieme regolarmente la fornicazione, ma adducevano come scusante questo: «Noi, però, leggiamo la Bibbia e preghiamo insieme regolarmente. Poi, Dio ci ama così, come siamo». Penso a quei cristiani, che calunniano dei credenti dinanzi al prossimo, ma poi fanno belle preghiere in sala o addirittura portano esortazioni spirituali agli altri!

     È la magra consolazione degli irrealistici, pensare che Dio li ami nonostante tutto e qualunque cosa essi facciano. Proprio di coloro, che Dio amò nel passato, ma che poi divennero malvagi e abominevoli, Egli disse: «Io li ho presi in odio» (Os 9,15); e ancora: «Io non ho alcun piacere riguardo a voi» (Mal 1,10). Delle loro opere devozionali, Dio dice allora: «Io non le gradisco» (Am 5,22; Is 1,11; Mal 1,10).

     Dietro al falso paradigma dell’amore incondizionato (e a buon mercato) di Dio, si nascondono volentieri i disubbidienti! Gesù non lasciò illusioni, quando affermò che sono i frutti, che mostrano l’albero (Mt 7,16-20); e se i frutti rimangono cattivi, è inutile avere come alibi l’amore di Dio, visto che si rimane perduti (cfr. Gv 3,20s). Inoltre, l’amore di Dio vale per coloro, che ubbidiscono ai comandamenti di Gesù Messia. «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti... Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,15.21). E ancora: «Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità» (1 Gv 1,6).

     A ciò si aggiunga, come abbiamo già menzionato, che non si possa dire che l’amore di Dio per l’uomo non venga mai meno o simili asserzioni. Infatti, Dio odia l’empio. «L’Eterno scruta il giusto; ma l’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza» (Sal 11,5; cfr. Os 9,15; Ap 2,6).

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Da quanto abbiamo visto, risulta che, se l’amore di Dio verso i suoi credenti resti un privilegio, esso non deve mai diventare un falso alibi, per rimanere nell’arbitrio e nel peccato. Infatti, sebbene Dio abbia amato tutto il mondo, dando per gli uomini il suo amato Figlio, chi non entra nel nuovo patto, prendendo il giogo di Cristo su di sé (Mt 11,28ss) e riconoscendolo quindi come Signore e Salvatore della propria vita, non solo non troverà riposo all’anima sua, ma rimane perduto (Gv 3,36). L’amore di Dio non è un «prodotto a buon mercato», ma è costato il prezioso sangue di Cristo (1 Pt 1,19). Chi non si pente, non si ravvede e non si converte, emendando la sua vita, l’amore di Dio rimane per lui un ideale, ma non gli gioverà.

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Amor_alibi_OiG.htm

13-10-2015; Aggiornamento:

 

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