1.
ENTRIAMO IN TEMA
(N. Martella):
Oltre che delle fasi finali della storia di questo mondo (cioè gli «ultimi
tempi»), ci interesseremo anche dell’insegnamento biblico su ciò che attende
ciascun individuo dopo questa vita («escatologia della persona»). Infatti
possiamo distinguere una «escatologia cosmica» (alla fine dei tempi) e una
«escatologia personale» (dalla morte in poi).
La questione che si pone è quale sia la fonte
legittima per una corretta escatologia. I racconti su esperienze fatte in
prossimità della morte o dopo la morte da cui si afferma di essere tornati,
visite nella trascendenza accompagnate da angeli ed esperienze simili inondano
le librerie. A descrizioni verosimili (spesso ricalcano quelle presenti nella
Bibbia) si aggiungono molte altre, che sono poco bibliche e molto fuorvianti.
A detta degli esperti, i cristiani che credono
nella Parola di Dio hanno una parte di colpa in tutto ciò, perché hanno
trascurato di considerare e spiegare ciò che le Scritture insegnano al riguardo.
Non è un caso che una marea di concezioni non bibliche tenti di riempire il
vuoto cognitivo lasciato dai cristiani. Infatti, da sempre gli uomini hanno
cercato risposte riguardo alla «vita dopo la morte»; se i cristiani tacciono sul
«cielo», le ripercussioni saranno pesanti.
Ci preme che le cose che affermiamo concordino
appieno con la Bibbia. Invitiamo a mettere alla prova le nostre conclusioni alla
luce delle sacre Scritture. Certo sarà inevitabile che alcuni dettagli non
passino un tale esame agli occhi di qualcuno. In connessione col parlare
profetico, l’apostolo Paolo affermò quanto segue: «Esaminate tutto ciò che
viene detto e ritenete ciò che è buono» (1 Ts 5,21). Sta al lettore di
esaminare quanto affermiamo alla luce della Parola di Dio, ritenendo il buono e
scartando il meno buono.
È possibile che diverse cose che descriveremo
risultino nuove anche per lettori che hanno dimestichezza con la Bibbia e si fa
sempre bene a stare attenti a recepire idee nuove, potendo avere un’origine
eretica. Altre volte, però, qualcosa può essere da tempo conosciuta, ma è nuova
per noi pur essendo presente da sempre nella Bibbia. In tali casi l’idea può
risultare alquanto affascinante ed entusiasmante; oppure si può avere
l’impressione che sia stata aggiunta qualcosa alla Bibbia o che la si stia
interpretando male. Purtroppo ci sono verità bibliche che sono state trascurate
da lungo tempo o sono state erroneamente capite solo in senso figurato.
[Segue lo schema del resto del capitolo]
[2.
L’ESCATOLOGIA NELLA STORIA
(N.
Martella)] [vedi
nel libro]
[2.1. QUALE ESCATOLOGIA?]
[2.2. I TIPI
DI ESCATOLOGIA]
[2.3.
ESCATOLOGIA E STORIA]
[3.
PREMESSA GENERALE
(D.
Bencascio)] [vedi
nel libro]
4.
ALTRI IMPORTANTI ASPETTI
(D. Bencascio):
Ci è venuto spontaneo, nello scrivere, pensare ai molti «comuni mortali» che
vorrebbero avere idee chiare su questi argomenti e che non riescono nemmeno a
capire certe elevate dispute di alcuni specialisti (i quali, a volte, sembrano
più protesi a parlarsi l’un l’altro che a servire il popolo nel suo insieme).
Gli strumenti usati in questo studio sono quelli a disposizione di ogni credente
e ciò ci consente di mirare a un altro obiettivo: quello di non lasciare il
dibattito sulle predizioni bibliche nelle mani dei soli specialisti.
Le considerazioni sull’escatologia, raccolte in
quest’opera, hanno ad esempio i seguenti obiettivi di fondo:
■ Mostrare le linee di guida per una corretta
escatologia biblica;
■ Mettere in guardia da errori abbastanza
diffusi;
■ Motivare un approccio graduale allo studio
delle predizioni, in alternativa (o parallelamente) a quello sistematico;
■ Evitare le contrapposizioni fra Antico e Nuovo
Testamento, al fine di poter cogliere un disegno unitario di tutta la Scrittura
(che parta dalla Genesi e arrivi all’Apocalisse).
Nei libri di escatologia si parte in genere fornendo,
fin dall’inizio, un unico schema predizionale definitivo, che pretende di
sintetizzare tutto l’insegnamento biblico. Ciò ha un innegabile fascino, ma
presenta non pochi inconvenienti. Il primo difetto è che, se si ha un dubbio su
un punto, esso si estende al complesso del quadro, che così è tutto rimesso in
discussione. In questo modo diventa difficile dialogare con chi ha una visione
diversa, temendo ciascuno di veder sparire tutte le proprie convinzioni. In un
tale quadro complessivo, infatti, non è possibile individuare facilmente ciò che
è essenziale alla fede cristiana, da ciò che è solo importante o,
addirittura, opinabile. L’approccio graduale, invece, come esporremo
nello studio sistematico, consiste nell’individuare il nucleo essenziale delle
predizioni, per poi integrarlo sempre più con gli altri aspetti, fino a giungere
a un quadro complessivo nel quale ci sono punti chiari e punti
discutibili. Ciò facilita non solo il dialogo, ma anche la difesa di ciò che
è veramente irrinunciabile.
Nella nostra trattazione cercheremo di
argomentare prevalentemente sulla base del principio della «Sola Scrittura»,
evitando di appoggiarci a questa o quella teologia, a questa o quella
ricostruzione storica. Sappiamo che certe prese di posizione saranno poco
gradite (ora all’uno e ora all’altro), ma abbiamo fatta nostra l’affermazione
dell’apostolo Paolo: «Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei
servitore del Messia»
(Gal 1,10).
[Segue lo schema del resto del capitolo]
[5.
SCELTE FONDAMENTALI DA FARE
(N.
Martella)]
[6. IMPORTANZA E SCOPI DELL’ESCATOLOGIA
(B.
Oxenham)]
[6.1. L’IMPORTANZA DELLE
PREDIZIONI]
[6.2. ALCUNI SCOPI DELLE
PREDIZIONI]
[6.3. LIMITI DELLE
PREDIZIONI]
[7.
QUALCHE APPUNTO CONCLUSIVO
(N.
Martella)]
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/Lese/Let_Esc1.htm
15-04-2011; Aggiornamento:
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